Sea Watch: garante dei detenuti denuncia il Governo per violazione dei diritti umani. Ma la Cedu è intervenuta a favore di Salvini

ROMA – Sulla nave Sea Watch si registra la presa di posizione del garante nazionale dei diritti delle persone detenute
o private della liberta’ personale Mauro Palma. Il Garante ha fatto sapere di avere presentato un esposto alla Procura di Roma. Il garante fa sapere che «non puo’ ne’ intende intervenire su scelte politiche che esulano dalla propria
stretta competenza. Tuttavia, e’ suo dovere agire per fare cessare eventuali violazioni della liberta’ personale, incompatibili con i diritti garantiti dalla nostra Carta, e che potrebbero fare incorrere il Paese in sanzioni in sede internazionale. In particolare, ribadisce che le persone e loro vite non possono mai divenire strumento di pressione in trattative e confronti tra Stati. Ritiene inoltre che la situazione in essere richieda la necessita’ di verificare se lo Stato italiano, attraverso le sue Autorita’ competenti, stia integrando una violazione dei diritti delle persone trattenute a bordo della nave». Palma ricorda che «la Corte europea dei diritti umani nella sentenza di condanna
dell’Italia nel caso “Hirsi Jamaa c. Italia” (2012), ha argomentato che tutte le forme di controllo dell’immigrazione e
delle frontiere sono sopposte alle norme in materia di diritti umani, qualunque sia il personale incaricato di queste operazioni e il luogo in cui esse si svolgano».

Il garante questa volta, anche se nega la volontà di contrastare le politiche di Salvini, aveva evidentemente cercato di far intervenire la magistratura per instaurare una nuova inchiesta contro il ministro, ma è stato smentito subito proprio dalla Cedu da lui citata a sostegno delle sue tesi. Infatti con una decisione di ieri 25 giugno, relativa proprio al caso Sea Watch denunciato da Palma, la Cedu si era espressa nel senso di non ravvisare violazioni e necessità d’intervento urgente da parte del Governo italiano.