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Scuola: ci saranno tagli per 4 miliardi. Lo denuncia il sindacato Anief

Pofess

ROMA – I tagli alla scuola previsti dall’ultima Legge di Bilancio cominciano ad avere una consistenza economica piu’ chiara: secondo un esame approfondito della stampa nazionale, che e’ andata ad esaminare gli allegati annessi alla Legge 145/18, alla scuola pubblica si andranno a sottrarre ben 4 miliardi di finanziamenti. Nello specifico, per l’istruzione la spesa si ridurra’ da 48,3 a 44,4 miliardi nel giro di tre anni, con una riduzione delle risorse sia per l’istruzione primaria (da 29,4 a 27,1 miliardi di euro) che per quella secondaria (da 15,3 a 14,1 miliardi). A subire i tagli maggiori sara’ il sostegno, con un miliardo nel ciclo primario, 300 milioni in quello secondario.
E’ quanto si legge in una nota dell’Anief che aggiunge che «in Italia, dove un docente viene anche pagato la meta’ dei colleghi europei, e’ solo l’inizio di un processo: sempre con la stessa ultima legge di Bilancio e’ stata anticipata una riduzione progressiva nel prossimo ventennio di investimenti rispetto al Pil, con il punto piu’ basso gia’ fissato nel 2040, quando si scendera’ dal 3,9% al 3,1%. Tutto questo avviene mentre gli investimenti medi nell’istruzione pubblica da parte dei Paesi dell’Ocse si aggira al 5%”.
Immediata, stamane, e’ giunta la replica della senatrice Bianca Laura Granato, la quale, scrive Orizzonte Scuola, ha tenuto a dire che «le spese messe a bilancio per il triennio sono solo quelle fisse, perche’ i posti in deroga su sostegno vengono contabilizzati di anno in anno. In questa settimana si concluderanno le audizioni per il correttivo al decreto
legislativo 66/17. Nessun taglio dunque, si correggono i danni fatti dalla Fedeli due anni fa, invece».

Secondo Anief inoltre, quando si dice, come ha fatto piu’ volte l’attuale maggioranza parlamentare, che si intende rilanciare il sostegno agli alunni disabili, introducendo importanti modifiche al decreto legislativo 66 del 2017, non si puo’ aggirare il problema numero uno che continua ad affliggere il settore: il mantenimento di quasi il 40 per cento di posti in deroga, collocati al 30 giugno, quindi non utilizzabili per immissioni in ruolo e trasferimenti del personale gia’ di ruolo, anche se poi quei posti sono vacanti e disponibili. Il sindacato ribadisce che e’ necessario trasformare da subito tutti i posti su sostegno oggi nell’organico di fatto in quello di diritto, proprio al fine di stabilizzare i docenti specializzati e garantire la continuita’ didattica. La problematica del mancato miglioramento del sistema del sostegno e’ stata evidenziata anche dall’ultimo Country Report sull’Italia elaborato dalla Commissione europea, dal quale risulta che la dispersione scolastica italiana, ovvero i giovani che lasciano la scuola prima del tempo, non e’ solo maggiore rispetto agli altri Paesi, molto lontani dalla trategia Europa 2020 che la voleva al 10%, anziche’ il nostro
14%, ma tra coloro che non completano gli studi ci sono, con i giovani del Sud e gli alunni stranieri, anche tanti iscritti disabili.

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