Skip to main content
BOCCACESCA
Tav a Firenze, rischio crolli denunciano i No Tunnel

Tav Firenze: Comitato No Tunnel scrive lettera aperta al prof. Marco Ponti

Il Comitato No Tunnel Tav ha proposto oggi il progetto alternativo per salvaguardare la posizione dei lavoratori dei cantieri dell'Alta Velocità che rischiano il licenziamento

Il Comitato NO Tunnel TAV di Firenze ha scritto lettera aperta al professor Ponti, incaricato dal governo dell’analisi costi benefici delle grandi opere, per avere chiarimenti sul progetto fiorentino di TAV.

«Lettera aperta

Al Professor Marco Ponti

P.C. Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
onorevole Danilo Toninelli
segreteria.ministro@mit.gov.it

Ministro di Grazia e Giustizia
onorevole Alfonso Bonafede
alfonso.bonafede@parlamentari5stelle.it

Presidente Regione Toscana Enrico Rossi
enrico.rossi@regione.toscana.it

Sindaco di Firenze Dario Nardella
sindaco@comune.fi.it

Firenze, 3 luglio 2019

Gentile professor Marco Ponti,
le vogliamo scrivere questa lettera – aperta, perché, oltre a lei, speriamo che altri abbiano orecchie – per due motivi:

Il primo è per ringraziarla del suo lavoro e del fatto che Lei lo rende molto spesso disponibile a tutti; in questa maniera gruppi di cittadini attivi come siamo noi possono avere strumenti di conoscenza e di analisi che si sono dimostrati ottimi per guardare al fenomeno delle grandi opere inutili e capirne i meccanismi perversi.

Il secondo, per noi importante, è per capire meglio un passo di un articolo apparso sul Fatto Quotidiano del 28 giugno (pag 6) in cui si parla della notizia che il governo non terrebbe in alcun conto ogni valutazione economica delle infrastrutture italiane inducendola ad abbandonare l’incarico; su questa decisione le siamo vicini.
Sul caso Firenze si dice testualmente: “A giorni, per dire, sarà consegnata l’Acb [analisi costi benefici] del tunnel dell’alta velocità di Firenze, i cui lavori sono fermi dal 2013 dopo lo scoppio delle inchieste per corruzione negli appalti. Per i 5 Stelle è da sempre simbolo di grandi sprechi, invece l’analisi di Ponti e compagnia sostanzialmente la promuove, anche perché, degli 1,6 miliardi previsti, ne sono stati spesi già la metà”.
Abbiamo riletto più volte il breve passo e infine ci siamo detti di chiederle direttamente se quanto riportato dal giornalista sia corretto.
A noi, guardando i pochi documenti accessibili e pubblici, risulterebbe che i lavori del sottoattraversamento TAV non sono affatto a metà; sono stati spesi circa 800 milioni di euro dell’1,6 miliardi previsti, ma a fronte di una percentuale minima di opere del sottoattraversamento vero e proprio.
Le vorremmo ricordare che l’appalto risulterebbe, secondo il contratto stipulato, di 808 milioni, 90 dei quali sarebbero stati destinati alla realizzazione dello “scavalco”, una infrastruttura ferroviaria già in esercizio; il valore del complesso tunnel+stazione sarebbe dunque di circa 720 milioni.
Il valore di quanto realizzato del sottoattraversamento vero e proprio risulta invece di circa 200 milioni, il tutto concentrato nella “stazione Foster” e nel pozzo di lancio della fresa. Il motivo per cui sono stati spesi 800 milioni dalle FS è che sono state realizzate opere accessorie che non sono parte del sottoattraversamento; si è messo in sicurezza il torrente Mugnone per evitarne esondazioni, si è realizzato un ponte sullo stesso torrente di una tranvia, si sono realizzate le sottostazioni elettriche delle tranvie. Opere che hanno una giustificazione in sé e non riguardano i lavori del Passante.
Sul progetto TAV fiorentino gravano ancora troppe incertezze che potrebbero diventare anche problemi economici: per esempio le difficoltà di smaltimento delle terre di scavo, il fatto che scavi di gallerie in ambiente urbani provocano danni agli edifici e questi potrebbero non essere adeguatamente coperti dalle assicurazioni esistenti (così risulta dal bilancio Nodavia 2016), il fatto che si userebbe una sola fresa invece di due parallele nello scavo della gallerie provocherebbe cedimenti superficiali superiori del 50%. Questi e altri problemi sono forieri di probabili aumenti dei costi.
Ci sarebbe anche da tenere conto che un potenziamento delle linee di superficie avrebbe costi molto più contenuti, tempi di realizzazione più rapidi, maggior efficienza del sistema; come forse lei sa le FS hanno detto che la futura stazione Foster non sarebbe la stazione dei treni AV che continuerebbero a fermare a Santa Maria Novella, ma che quell’enorme infrastruttura sotterranea diventerebbe una stazione di bus in superficie. Ci pare che sia follia perseverare nella costruzione di una enorme infrastruttura ferroviaria per farne una fermata di bus.
Insomma, non le pare che se si abbandonasse velocemente questo progetto e si destinassero soldi a progetti meno invasivi e più utili sarebbe molto, ma molto meglio?

La salutiamo con vivissima cordialità

Comitato No Tunnel TAV Firenze»

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741
FirenzepostAMP