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Condanna di Sala: la solidarietà dei colleghi Pd, certe sentenze si possono non rispettare

Sala

MILANO – Quando ci sono di mezzo uomini della sinistra, condannati da giudici evidentemente considerati non amici, le sentenze non si rispettano più, ma si criticano apertamente e si esprime solidarietà al povero condannato. Capita così per Beppe Sala, sindaco di Milano, condannato per fatti relativi all’Expo a sei mesi di reclusione, convertiti in pena pecuniaria.

Ecco la voce amica di Zingaretti: «Tengo molto a ringraziare Beppe Sala e ad essergli vicino dal punto di vista personale, umano e anche politico». Lo ha detto il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti a margine della sua visita al Villaggio Coldiretti di Milano, confermando la sua vicinanza al primo cittadino del capoluogo lombardo, condannato oggi in primo grado a 6 mesi nell’ambito del processo sulla Piastra di Expo.

Idem l’eurodeputato Carlo Calenda: «Totale e completa solidarietà a Beppe Sala che ha perfettamente ragione a dire che se andiamo avanti così nessuno vorrà più prendersi la responsabilità di amministrare». Lo scrive su twitter Calenda.

Già lo stesso Sala era stato moilto esplicito, assicurando che non avrebbe tenuto conto alcuno della condanna: «Voglio garantire ai milanesi che continuerò a svolgere il mio lavoro. Lo farò con la dedizione che conoscono, lo farò per i due anni che mi mancano. Guardare avanti in questo momento non me la sento. Una sentenza del genere, dopo
sette anni, per un vizio di forma, allontanerà tanta gente per bene dall’occuparsi dalla cosa pubblica». aggiunge Sala.

Dunque per la sinistra le sentenze vanno bene e si rispettano solo se colpiscono gli avversari, ma si contestano e non se ne tiene conto se colpiscono un esponente del partito ex dominante. E non abbiamo sentito interventi dell’Anm o del Csm a difesa del giudice, soprattutto in relazione all’ultima frase di sala. Dalla sinistra si accetta tutto, l’unico da abbattere è Salvini.


Padoin0

Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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