Toscana Pride: in 20.000 sfilano a Pisa, anche la vicepresidente della regione. Consigliere Torselli denuncia bestemmie e frasi blasfeme
PISA – In 20mila al Toscana Pride, che oggi pomeriggio ha sfilato per le strade di Pisa. Lo ha annunciato il comitato organizzatore della manifestazione. “Coloratissima e festosa la Pisa Arcobaleno che ha ospitato il Toscana Pride, con la città ha risposto in massa” all’appello del comitato organizzatore. Per le strade della città, tanti pisani, tantissimi studenti e anche tanti turisti.
Alla testa del corteo, a tenere lo striscione del comitato organizzatore, c’erano anche Porpora Marcasciano, attivista
transfemminista e presidente onoraria del Mit-Movimento Identità Trans, e Andrea Pini, attivista del Collettivo Orfeo che coordinò l’organizzazione del corteo del 24 novembre 1979 a Pisa, la prima marcia dell’orgoglio omosessuale svolta in Italia.
Con loro, i rappresentanti delle 90 istituzioni che hanno dato il patrocinio alla manifestazione, molti dei quali con fascia tricolore e gonfalone, a partire da Monica Barni, vicepresidente della Regione Toscana, e rappresentanti delle amministrazioni comunali che hanno aderito al Toscana Pride. In corteo ci sono molti esponenti delle opposizioni con in testa i consiglieri comunali Pd insieme all’ex ministro della Pubblica istruzione Valeria Fedeli e alla deputata Monica Cirinnà. Il Comune di Pisa non ha aderito al Toscana Pride.
TORSELLI – «La Regione Toscana non può dare il proprio patrocinio ad iniziative in cui la bestemmia, l’offesa e
l’insulto a chiunque la pensi diversamente sono i padroni di casa. Questa non è questione di libertà di pensiero o di orientamento religioso, ma una vera e propria mancanza di rispetto per tutti quei toscani che non si riconoscono nelle bestemmie e nelle volgarità ostentate oggi in pizza a Pisa che, con buona pace di Enrico Rossi, sono ancora la maggioranza in Toscana, in Italia e nel mondo». Così Francesco Torselli, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, a
commento del Toscana Pride.
«Questa gente – prosegue Torselli – si nasconde dietro la difesa dei diritti degli omosessuali per andare in piazza a fare a gara a chi mostra il cartello più cretino e più blasfemo. Offendere Dio, Gesù Cristo e chi crede ancora nei valori della famiglia e della patria è ormai diventata una macabra moda. ‘Ho sempre pensato – conclude Torselli – e continuo a pensare che ognuno sia libero di amare chi crede e che si possa manifestare liberamente il proprio pensiero; però, quando il gonfalone della mia regione apre un corteo in cui si fa a gara a chi è più volgare e più
blasfemo, il problema diventa politico. Enrico Rossi e i suoi assessori hanno patrocinato una manifestazione intrisa di volgarità e di bestemmie: per questo dovrebbero rassegnare le proprie dimissioni dalle cariche istituzionali che ricoprono lunedì mattina stesso!»