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Rackete detta legge: unione europea si deve far carico della redistribuzione dei migranti

Rackete
Carola Rackete

AGRIGENTO – Carola Rackete, ormai diventata una star delle problematiche dell’immigrazione, risponde alle domande dei cronisti che vogliono sapere i risultati del suo interrogatorio davanti ai pm agrigentini, durato quasi quattro ore.

«Cosa penso del ministro dell’interno? Niente» risponde la Carola e aggiunge «Sono molto felice di avere avuto
l’opportunità di spiegare ai magistrati tutte le circostanze della missione di salvataggio. Abbiamo migliaia di profughi che vanno evacuati da un paese in guerra. Mi aspetto dalla commissione europea che trovi al più presto un accordo per dividere i profughi tra i paesi europei».

Molto più duro il legale della Rackete: «Carola non è più membro dell’equipaggio della Sea Watch quindi a questo punto farà altro. Nella sua vita non ha fatto solo la capitana ma tanto altro. Farà quel che crede». Ma aggiunge: «Le minacce al procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio e al gip Alessandra Vella sono intimidazioni gravissime soprattutto perché si svolgono su un territorio e che è anche di mafia. E fanno capire il significato che assumono certe parole di odio che vengono irresponsabilmente da chi ha una responsabilità istituzionale. Questo è oggetto di una denuncia alla Procura di Roma». La lotta contro Salvini continua.

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