Autonomie: il governo rischia. Fontana e Zaia a Conte: «No a una riforma farsa»
ROMA – L’Autonomia regionale non deve essere finta. Nel senso, per essere chiari ed espliciti, che le tasse pagate dai cittadini di ogni territorio devono, in gran parte, restare lì. Potrà esserci un fondo comune a disposizione di tutti, ma non più un salasso come oggi: dove le regioni del Nord e del Centro sostengono il peso dei servizi dell’intero Paese. La Lega vuole procedere: i Cinque Stelle no. Su questo il governo rischia davvero di saltare. Intanto il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, e del Veneto, Luca Zaia, non firmeranno l’intesa sull’autonomia se si continua con una farsa. Lo hanno scritto in una lettera aperta al premier, Giuseppe Conte.
Lettera – «Signor Presidente – è l’esortazione dei governatori -, arrivi al più presto a trovare una intesa coi ministri, formuli una bozza di intesa seria da proporci, quindi con altrettanta velocità saremo in grado di replicare in modo costruttivo. Al Presidente del Consiglio deve essere però chiaro – hanno avvertito Zaia e Fontana – che noi non firmeremo un accordo senza qualità come quello per ora che si sta profilando. Lei si assumerà la responsabilità quindi di aver negato quanto è stato chiesto da referendum, da milioni di elettori veneti e lombardi, da risoluzioni dei consigli regionali approvati all’unanimità. Per parte nostra vogliamo mantenere fede all’impegno assunto con i nostri cittadini – hanno assicurato -. Presidente Conte, Lei ha l’opportunità di scrivere una pagina di storia di questa Repubblica. Se non la scriverà Lei, lo farà qualcun altro. Perché la spinta verso l’autonomia e verso la responsabilità nei confronti dei cittadini è ormai inarrestabile».
Fontana e Zaia – «Noi restiamo aperti al dialogo con Lei, Presidente Conte, e pronti a cambiare opinione se il testo delle intese sarà capace di rispondere alle esigenze della vita vera che abbiamo provato a descrivere. Ma – hanno sottolineato – se si continua con una farsa, come accaduto finora, e’ evidente che non firmeremo nulla. Nessuno vuole aggredire l’unita’ nazionale, nessuno vuole secessioni. Lei sa bene quanti e quali Ministri si sono impegnati in questa irresponsabile gara a spararla più grossa. Vogliamo una autonomia vera, non un pannicello caldo che produrrebbe ulteriori guai. Ci sentiamo tutti profondamente feriti quando leggiamo le Sue esternazioni, Presidente Conte, soprattutto dopo colloqui diretti durante i quali – ricorderà benissimo – abbiamo più volte sottolineato che non si chiedono più risorse, ma semplicemente la possibilità di spendere in autonomia quelle che ci sono già assegnate».