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Carabiniere ucciso: fermati due americani. Messa in suffragio: lo strazio della moglie

L’alta uniforme dei carabinieri viene portata all’ospedale Santo Spirito, dov’è morto il carabiniere accoltellato

ROMA – Due cittadini americani sono fortemente sospettati di aver avuto un ruolo nel furto di un borsello in piazza Mastai e poi nell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, il carabiniere aggredito a coltellate durante un intervento la notte scorsa a Roma. La coppia era stata sorpresa questa mattina, 26 luglio, in un albergo vicinissimo al luogo del delitto. A breve i due giovani, di nazionalità statunitense verranno interrogati dai magistrati, in particolar modo dal procuratore aggiunto Michele Prestipino e dai pm D’Elia e Calabretta.

Una messa in suffragio è stata celebrata nella chiesa romana della Santissima Trinità dei Pellegrini, proprio di fronte alla stazione dei carabinieri di piazza Farnese dove prestava servizio Mario Rega Cerciello. In prima fila la sorella Lucia, la madre Silvia, e Maria Rosa, la moglie del militare dell’Arma, che stringe in mano una foto del matrimonio. In chiesa anche la donna che Rega aiutò e che, con la sua testimonianza, riuscì a farle prendere l’encomio.
«Era un uomo speciale, per questo l’ho sposato. E’ terribile, era la mia gioia. Non ce la faccio me lo hanno ucciso», dice la moglie di Rega ai parenti accorsi per sostenerla. Al termine della funzione Maria Rosa inforca gli occhiali da sole e se ne va, sorretta dall’affetto e dalla vicinanza dei parenti. Ripetendo: «Me l’hanno ammazzato, era lui la mia gioia di vivere».

Grande espressione di solidarietà è stata espressa dalla polizia nei con fronti dell’Arma dei carabinieri. Il questore di Roma, Carmine Esposito, rivolgendosi direttamente in un messaggio radio alle volanti, ha affermato: «Il Capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha guardato con commozione il gesto di solidarietà di cui voi tutti, equipaggi delle nostre volanti, vi siete resi protagonisti. E mi ha chiesto di ringraziarvi uno per uno per i significati più profondi di ciò che avete fatto. Oggi avverto di più il senso di orgoglio per essere un vostro collega». Questo dopo il gesto di omaggio e solidarietà attuato oggi, 26 luglio, con le auto della Polizia che sono passate a sirene spiegate davanti al Comando generale dell’Arma dei Carabinieri.

«Solo qualche settimana fa – ha ricordato Esposito – siamo stati colpiti da un fatto efferato che solo per fortuna non ha avuto conseguenze più gravi. Quelle che purtroppo oggi hanno colpito questo ragazzo dell’Arma dei Carabinieri. Oggi è il momento della solidarietà e del cordoglio e voi siete stati straordinariamente bravi nel dimostrarlo concretamente. Grazie, intendo dare un caro abbraccio a ciascuno di voi. Buon lavoro, forza ragazzi».



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