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Fisco: solo il 7% dei Comuni denuncia evasioni. Anche in Toscana poche amministrazioni segnalano

ROMA – Non tutti sanno che i Comuni partecipano oggi, a pieno titolo, all’attività di accertamento fiscale, fornendo informazioni suscettibili di utilizzo ai fini dell’accertamento dei tributi erariali. Le informazioni dei Comuni, a cui l’Agenzia delle Entrate attribuisce rilievo ai fini della determinazione di maggiori imponibili fiscali, possono riguardare atti, fatti e negozi che evidenzino comportamenti evasivi ed elusivi, con particolare riguardo all’economia sommersa e all’utilizzo del patrimonio immobiliare.

Gli ambiti d’intervento riguardano, in particolare, commercio e professioni, urbanistica e territorio, proprietà edilizie e patrimonio immobiliare, residenze fittizie all’estero e disponibilità di beni indicativi di capacità contributiva. Per un’efficace contrasto all’evasione è quindi fondamentale il ruolo affidato ai Comuni, anche se, oggi, tuttavia, solo circa il 7% dei Comuni italiani coglie tale opportunità. Opportunità anche economica, in quanto per ogni segnalazione che va a buon fine, spetta all’ente locale anche una quota di compartecipazione al gettito. Tale quota, all’origine riconosciuta nella misura del 30% delle maggiori somme relative ai tributi erariali riscossi a titolo definitivo, è stata peraltro poi, negli anni, aumentata, fino a raggiungere il 100% dell’incasso ottenuto tramite la stessa segnalazione. Possibilità di guadagno (oltre che di meritorio apporto al contrasto all’evasione fiscale), però, come detto, ad oggi non pienamente sfruttata. I Comuni del resto, a parte i generici impegni assunti con le Convenzioni e protocolli con l’Agenzia delle Entrate, dovrebbero elaborare specifici percorsi organizzativi ed operativi per assicurare (almeno) un certo numero di segnalazioni, mirando magari, anche attraverso la formazione di task force dedicate, più alla qualità delle segnalazioni (anche in termini di importi), piuttosto che al mero numero delle stesse, laddove per qualità si dovrebbe intendere anche l’agevole l’utilizzabilità ai fini dell’accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Per quanto riguarda la Toscana, peraltro, quanto a Comuni segnalanti, ne ha avuti solo 98 su un totale di 243, con incassi di circa 6 milioni di Euro. Briciole in confronto a quanto sarebbe possibile recuperare. Eppure, come dimostrato, ad esempio, dalle buone performance (rapportate proporzionalmente alla popolazione) di Prato, Arezzo e Collesalvetti, l’occasione del ritorno economico delle segnalazioni qualificate è senz’altro utile alle casse comunali. E, visti gli importi che riguardano l’evasione fiscale da imposte dirette e Iva, può essere anche un’occasione molto più remunerativa della (comunque importante) riscossione dei tributi locali. Insomma un’opportunità da non sottovalutare e su cui investire, anche in termini di personale.


Giovambattista Palumbo

Osservatorio politiche fiscali dell'Eurispes

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