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Reddito di cittadinanza, il boom nelle zone dove è più esteso il lavoro nero

Oggi voglio prendere ad oggetto della lente d’ingrandimento un interessante articolo di Luca Cifoni, pubblicato dal Messaggero, perché ci informa che il boom del reddito di cittadinanza, seppur inferiore alle aspettative di Di Maio, si ha nelle zone d’Italia dove più esteso è il lavoro nero, proprio in quelle zone che nanno votato in massa i grillini.

I dati appena resi noti dall’Inps e aggiornati al 17 luglio permettono di analizzare più nel dettaglio la distribuzione dei 905 mila sussidi fin qui assegnati ad altrettanti nuclei familiari, che corrispondono a oltre 2 milioni e 200 mila persone coinvolte. Numeri significativi che però sono ancora lontani da quelli previsti a suo tempo, ovvero circa 1,25 milioni di famiglie che avrebbero dovuto ricevere nel 2019 la prestazione voluta dal Movimento Cinque Stelle.

Per quanto riguarda la distribuzione geografica, le cifre dell’istituto guidato da Pasquale Tridico evidenziano come si trovino al Sud e nelle isole il 61 per cento delle famiglie percettrici del reddito. Ma lo sbilancio tra le varie aree del Paese risulta ancora più evidente guardando, Regione per Regione e Provincia per Provincia, l’incidenza di questi nuclei sulla popolazione.

È Crotone la Provincia che in proporzione ha più percettori: sono 7.914 su una popolazione di 175 mila: vuol dire 45,1 nuclei beneficiari ogni 1.000 abitanti, o se si preferisce 119 persone coinvolte su 1.000, visto che in quel territorio le famiglie che hanno fatto domanda con successo hanno in media 2,6 componenti.

Seguono nella graduatoria, con distacco, alcune tra le principali aree metropolitane meridionali: Palermo, Caserta, Napoli, Catania, con un’incidenza dei nuclei beneficiari che oscilla all’incirca tra 37 e 32 per mille abitanti. La media nazionale è intorno a 15 e praticamente nessuna Provincia del Centro-Nord si trova al di sopra di questo valore: le prime sono Massa Carrara, Imperia e Viterbo, con una densità del sussidio allineata con il livello medio italiano.

Un po’ più sotto c’è Roma, con 12,6 famiglie ogni 1000 abitanti che si sono viste accettare la domanda di reddito; a Milano il rapporto è di 9,3.

In fondo alla graduatoria c’è invece Bolzano, che è sua volta un caso limite visto che i nuclei beneficiari sono appena 346 su oltre mezzo milioni di abitanti complessivi, appena lo 0,7 per mille. Ma l’incidenza è molto modesta (al di sotto del 5 per mille) anche in Province come Belluno, Lecco, Trento, Treviso Vicenza. Se si fa il confronto in termini di persone coinvolte si può osservare che a Napoli o a Palermo sono – in proporzione – almeno dieci volte di più di quelle delle Province del Nord-Est.

A livello regionale la graduatoria è guidata da Calabria, Sicilia e Campania, con un’incidenza di domande accolte intorno a 30 per mille abitanti. Segue un po’ staccata la Sardegna. Sul versante opposto, oltre al Trentino Alto-Adige che di nuovo fa storia a sé, ci sono Veneto, Emilia Romagna e Lombardia.

Il Veneto è a livello statistico la Regione con la minore presenza di sommerso ed è la penultima quanto a incidenza delle domande di sussidio accolte, anche se il suo Pil pro capite è superato da quello di altre cinque Regioni. Tutti i territori del Centro-Nord, con l’eccezione del Lazio, si collocano al di sotto della media nazionale di occupazione irregolare, che è pari ad un tasso del 13,1 per cento.

Un quadro siginificativo che fa capire come anche il governo gialloverde vada dietro agli interessi dei suoi elettori, ribadendo comportamenti tante volte rinfacciati agli altri partiti e agli altri movimenti. Nihil su sole novi.

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