Conte: bendare un indagato è un reato, ma la vittima della tragedia è Cerciello
ROMA – «Non c’è nessun dubbio che la vittima di questa tragedia sia il nostro Mario. Invito tutti a considerare, tuttavia, che bene ha fatto l’Arma a individuare il responsabile di questo improprio trattamento e a disporre il suo immediato trasferimento». Così il premier Conte commenta la foto dell’indagato bendato. «Riservare quel trattamento a una persona privata della libertà non risponde ai nostri principi e valori giuridici, anzi configura gli estremi di un reato o, forse, di due reati – sottolinea Conte aggiungendo che è censurabile la diffusione della foto sui social. L’Italia è uno Stato di diritto – ha proseguito -. Abbiamo principi e valori consolidati: evitiamo di cavalcare l’onda delle reazioni emotive tenuto anche conto che la nostra legislazione, in caso di omicidio volontario, contempla già l’ergastolo e non consente più sconti di pena».
Dichiarazioni nette e forti, a commento delle affermazioni contro l’Arma della sinistra e dei buonisti nostrani, strenui avversari delle Forze dell’ordine, e dei media americani, che già hanno cominciato ad accostare questa vicenda a quella di amanda Knox, prima condannata e poi assolta dalla giustizia italiana.
Nel pomeriggio il premier si era recato alla camera ardente del vicebrigadiere, e aveva commentato su twitter: «Muor giovane chi agli dei è caro, recitano i versi di Menandro, che però non valgono a consolarci. Il mio pensiero commosso alla moglie, ai suoi familiari, ai suoi amici, ai suoi colleghi dell’Arma dei Carabinieri». Aggiungendo che la sua presenza era «per onorare la memoria di Mario Cerciello Rega, il vicebrigadiere ucciso con modalità efferate, mentre svolgeva il proprio dovere. Un uomo generoso, un marito premuroso, un carabiniere onesto. La vita spezzata di Mario è una profonda ferita per tutti noi».