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Guerra dei dazi: Milano brucia 14 miliardi. Lo spread chiude a 203 punti
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MILANO – La guerra dei dazi costa carissima: Piazza Affari chiude a meno 2,4%. Fanno peggio Parigi e Francoforte. In sostanza, i timori per il riacutizzarsi della tensione nella battaglia commerciale fra Usa e Cina è costata oltre 14 miliardi di euro a Piazza Affari. A tanto ammonta la capitalizzazione bruciata a Milano per il calo del 2,27% registrato dell’indice All Shares a 22.962 punti. La cifra andata in fumo supera i 15 miliardi di euro se si considera, sull’intera capitalizzazione del listino, la flessione dell’indice Ftse Mib (-2,41% a 21.046 punti). Giornata difficile per i mercati azionari del Vecchio Continente. La Borsa di Parigi ha chiuso in calo del 3,57%, Francoforte ha terminato in ribasso del 3,11% mentre Londra ha lasciato sul terreno il 2,34 per cento.
A far riemergere i timori e a innescare le vendite non solo su tecnologici, titoli industriali e della moda è stato il riacutizzarsi dello scontro sui dazi fra Usa e Cina. In attesa di capire se la guerra commerciale di Donald Trump tornerà a interessare direttamente anche i rapporti fra Stati Uniti e Vecchio Continente, il Ftse Mib, ha lasciato sul terreno, nell’ultima seduta della settimana, il 2,21% facendo andare in fumo più di 14 miliardi di euro di capitalizzazione. La maglia nera è andata a Pirelli (-6,9%) sospesa nel corso della seduta anche per il taglio degli obiettivi. Giù nel comparto auto Cnh (-6,76%), Ferrari (-4,35%), Exor (-4,19%) e Fca (-3,02%), scivolone del tecnologico Stm (-6,67%). Sul podio ristretto nel paniere principale svetta A2a (+1,45%) per la semestrale migliore delle stime. Tra i titoli minori l’accordo raggiunto su Progetto Italia limita i danni per Astaldi (-1,13%) e tiene a galla Salini (-0,22%). Lo spread tra Btp e Bund chiude stabile a 203 punti base dopo aver raggiunto nel corso della seduta quota 210. Il rendimento del decennale del Tesoro è all’1,53%.
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