Il ruolo delle agenzie di rating, a settembre attendono al varco il governo
ROMA – Agenzie di rating e mercati attendono l’autunno per capire come si muoverà il governo sulla manovra. Si comincia a settembre con la presentazione della nota di aggiornamento al Def (entro il 27), che contiene l’aggiornamento delle previsioni su Pil, deficit e debito ed è quindi un tassello fondamentale perché getta le basi per la manovra economica 2020. Questa va presentata alla commissione europea entro il 15 ottobre e al Parlamento entro il 20 dello stesso mese. Le agenzie di rating, quelle principali da cui dipendono i destini degli Stati, hanno in calendario giudizi sull’Italia, a cominciare dal prossimo 9 agosto, quando è in programma quello di Ficht.
Ecco il calendario per l’Italia fino al 31 dicembre:
9 agosto Fitch (rating BBB, outlook negativo)
6 settembre Moody’s (rating Baa3, outlook stabile)
25 ottobre S&P Global (rating BBB, outlook negativo)
15 novembre DBRS (rating BBB -high-, outlook stabile).
Le agenzie, non si sa bene da chi governate, ma tutte oltre Atlantico, influenzano i mercati, danno il barometro dello stato di salute di un paese, e assegnano anche delle vere e proprie ‘pagelle’ di cui ogni investitore tiene conto. Le agenzie internazionali di rating sono molto importanti sulle piazze finanziarie: sono sostanzialmente degli istituti che svolgono analisi e esami dei dati e cercano di capire quale sia il valore di un titolo di Stato o di una banca, giudicano insomma l’affidabilità creditizia dei governi e dei loro titoli. In questo modo, esprimono anche una valutazione finanziaria, ossia la “capacità di credito”, ed è in base a queste stime che gli azionisti si muovono di conseguenza.
Il rating determina insomma l’andamento del mercato azionario e dei titoli di Stato: qualsiasi investitore prima di comprare un’obbligazione (che è come un credito, che l ‘investitore compra) ha bisogno di un’analisi delle condizioni di stabilità economica, finanziaria e patrimoniale dell’ente del quale sta comprando i titoli, in questo caso del debito italiano. E il compito delle agenzie di rating è appunto questo: fornire all’investitore uno strumento per ponderare le loro scelte sugli investimenti.
Le più note agenzie di rating sono tre: Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch, controllano il 95% del mercato globale, e hanno tutte e tre base negli Stati Uniti. Negli ambienti finanziari, le chiamano “le tre sorelle”.
Questi istituti esprimono dunque una valutazione, pubblicano un ‘rating’, ossia una sorta di voto che esprime l’affidabilità di un’impresa, oppure di uno Stato e la sua capacità di ripagare il debito in un determinato periodo di tempo.
La valutazione che viene stilata si basa su una scala di valori e ciascuna dicitura ha un suo significato preciso.
AAA (promozione a pieni voti, massima stabilità ed affidabilità. Ai primi posti ci sono ad esempio Germania, Svizzera, Svezia, Canada). Poi si passa a AA+ (del genere ‘puo’ fare di più, ma non si impegnà. Tra questi rientra ad esempio la Finlandia). Aa1 nel caso di Moody’s; a seguire AA e AA- per S&P e Fitch (oppure Aa2 e Aa3 per Moody’s). E ancora: A+, A e A- per S&P e Fitch (A1 A2 e A3 per Moody’s). Sono i gradi delle condizioni economiche avverse in cui può trovarsi un Paese ma la capacità finanziaria non viene messa in discussione.
Segue poi il rating B, da BBB (le finanze sono momentaneamente soddisfacenti) a B (situazione economica variabile). Quindi, il rating C (che indica il grado di vulnerabilità). Il D sta a significare il massimo rischio di default. Si chiamano questi ultimi due “junk”, ossia titoli spazzatura. Un altro strumento di valutazione è invece l’outlook che indica la previsione a medio e lungo termine e può essere: positivo, negativo o stabile. Indica appunto la prospettiva nel tempo che ha un ente o uno Stato di avanzare nella graduatoria e di consolidare la sua affidabilità creditizia. Attualmente il nostro rating di Fitch è BBB con outlook negativo, quello di S&P è BBB con outlook “negativo”.
Tutto questo complesso intreccio economico e finanziario governa in pratica i rapporti internazionali e può decidere il destino di questo o quel Paese o di questo o quel governo. Ma vorremmo sapere chi ci sta dietro.