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Quota 100: il turnover per i giovani sarà di tre entrate su dieci uscite

ROMA – Ne usciranno dieci ma – se tutto va bene – ne entreranno appena tre. Sarà questo, sul fronte di Quota 100, il bilancio del turnover tra vecchi e nuovi lavoratori, tra chi va in pensione e chi verrà assunto al suo posto.

Nel privato finora sono state presentate 60.479 domande. Da Confindustria si fa notare che «al di là della crisi, il problema vera è trovare personale con competenze, che non c’è sul mercato. Se non si trovano figure capaci, è inutile assumerle». C’è poi da fare i conti con la rivoluzione tecnologica. In quest’ottica è utile guardare alle banche: IntesaSanpaolo, Bnl e Ubi hanno annunciato l’uscita, grazie a Quota 100, di 1.680 addetti al cui posto entreranno solo 650 under 35. Ma, come fa notare il segretario della Fabi Lando Maria Silleoni, «molti di loro saranno assunti grazie al nostro Fondo per l’occupazione. E lo dico essendo favorevole a Quota 100». Il flop del turn over è soprattutto nel pubblico impiego. Il governo Conte ha promesso l’assunzione di mezzo milione di travet da qui al 2023 anche per riempire buchi nelle piante organiche pari a 450.000 figure. A fine luglio sono stati 52.607 gli statali che hanno chiesto il pensionamento anticipato: di questi 11.000 dovrebbero andare in quiescenza dal mese in corso, ma al momento l’Inps ha autorizzato meno di 8.000 domande. «Inoltre – denuncia Serena Sorrentino, segretaria generale della Fp Cgil – la decorrenza di queste pratiche è al 2020. Rischiamo di avere molti buchi negli uffici pubblici, anche perché i concorsi sono bloccati fino al 30 novembre, quindi se va bene se ne riparla tra un anno, e il ministro Bongiorno non vuole pescare dalle graduatorie delle vecchie selezioni».

Tra i 52.607 pubblici che hanno optato per il prepensionamento ci sono 16.804 tra insegnanti e personale. Dice Francesco Sinopoli, segretario della Fp Cisl che si occupa di scuola, che «in teoria non ci dovrebbero essere problemi visto il decreto del ministero dell’Istruzione che recupera i precari. Ma se non si fanno i decreti attuativi tutto salta». Spada di Damocle non diversa per medici e infermieri. Con il prepensionamento anticipato dovrebbero uscire, nei prossimi tre anni, 4.500 e 22.000. Ma, spiega Tonino Aceti, portavoce del Fnopi, «il governo ci ha garantito che sarà mantenuto lo stesso organico negli ospedali. Ma per farlo il Fondo sanitario nazionale non dovrà a essere tagliato». Intanto ci sono chirurghi richiamati dalla pensione e, quando va bene, un infermiere ogni 8 pazienti».

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