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Conte attacca personalmente Salvini e annuncia le dimissioni ancor prima del dibattito. La replica del ministro

ANSA/ ETTORE FERRARI

ROMA – Il discorso di Conte al Senato è stato praticamente un attacco diretto e personale a Salvini, del quale ha elencato tutte le presunte malefatte ed errori. Applausi da M5S e sinistra, scherno e contestazione della lega.

Questi i passaggi significativi:

«Aprire la crisi in pieno agosto per un’esperienza di governo giudicata limitativa da chi ha rivendicato pieni poteri – ha detto il premier nel suo intervento in Senato – e la scelta di rinviare fino ad oggi la decisione presa da tempo è un gesto di imprudenza istituzionale irriguardoso per il Parlamento e portando il paese in un vorticosa spirale di incertezza politica e finanziaria. Le scelte compiute in questi giorni dal ministro dell’Interno rilevano scarsa sensibilità istituzionale e grave carenza di cultura costituzionale. Non abbiamo bisogno di persone e uomini con pieni poteri, ma che abbiano cultura istituzionale e senso di responsabilità. Le crisi di governo, nel nostro ordinamento, non si affrontano e regolano nelle piazze – ha spiegato – ma nel Parlamento. In secondo luogo, il principio dei pesi e contrappesi è fondamentale perché sia garantito l’equilibrio del nostro sistema e siano precluse vie autoritarie».

Alla fine Conte annuncia la fine dell’esperienza di Governo ancor prima di ascoltare le dichiarazioni dei rappresentanti dei gruppi parlamentari e enuncia un programma del futuro governo che sembra evocare un conte bis con diversa maggioranza. Alla fine della seduta si recherà da Mattarella per annunciare le sue dimissioni.

La replica di Salvini: «Se qualcuno da settimane, se non da mesi, pensava a un cambio di alleanza, molliamo quei rompipalle della Lega e ingoiamo il Pd, non aveva che da dirlo. Noi non abbiamo paura. La libertà non consiste nell’avere il padrone giusto ma nel non avere nessun padrone. Non voglio una Italia schiava di nessuno, non voglio catene, non la catena lunga. Siamo il Paese più bello e potenzialmente più ricco del mondo e sono stufo che ogni decisione debba dipendere dalla firma di qualche funzionario eruopeo, siamo o non siamo liberi?. Gli italiani non votano in base a un rosario, ma con la testa e con il cuore. La protezione del cuore immacolato di Maria per l’Italia la chiedo finché campo». E alla fine, rivolto a Conte e Di maio, ha rinnovato la proposta di approvare il taglio dei parlamentari e poi andare al voto.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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