Ocse: il Pil frena nel secondo trimestre, Italia ultima nel G7. Nuovo governo occhio: vietato tartassare
ROMA – Siamo sempre ultimi in Europa: il nostro Pil cresce troppo poco. Il nuovo governo, se nascerà, dovrà capire che non potrà aumentare tasse già esose, nemmeno a carico di quel ceto medio che è in grave sofferenza, forse più degli altri. Quindi freniamo le voglie di patrimoniali o altro. La notizia, eccoci al dunque, è che aumenta, nel primo trimestre 2019, il reddito delle famiglie nei Paesi Ocse e nell’Eurozona. L’andamento è positivo anche in Italia che però si piazza comunque sotto la media dell’organizzazione parigina e dell’aera euro. La crescita nel nostro Paese è stata dello 0,5% contro il +0,6% dell’Ocse e il +0,7% di Eurolandia. Secondo i dati della stessa Ocse, in Germania l’aumento è stato dello 0,6%, in Francia dello 0,8%, negli Stati Uniti e in Canada dello 0,9%. Peggio di noi fa solo il Regno Unito (+0,3%), che mostra però un dato migliore nel cumulato degli ultimi 8 trimestri.
Tra i Paesi del G7, rileva l’Ocse nelle ultime statistiche trimestrali, la crescita del Pil ha subito tra il primo e il secondo trimestre del 2019 un marcato rallentamento nel Regno Unito (a -0,2% dal +0,5% nel trimestre precedente) e in Germania (a -0,1% da +0,4%). La crescita del Pil ha rallentato, ma più moderatamente, negli Stati Uniti e in Giappone (rispettivamente al +0,5% e al +0,4%, dal +0,8% e dal +0,7% nel trimestre precedente) e, marginalmente, in Francia (da +0,3% a +0,2%) e in Italia (da +0,2% a zero).
La frenata è visibile anche nei dati relativi all’Unione europea (da +0,5% a +0,2%) e a Eurolandia (da +0,4% a +0,2%). Su base annua l’area Ocse ha registrato un aumento del Pil dell’1,6%. Tra le sette principali economie, gli Stati Uniti hanno messo a segno la crescita annuale più elevata (+2,3%), mentre l’Italia, sottolinea l’organizzazione, ha registrato la crescita annuale più bassa (0,0%). La Germania è cresciuta dello 0,4% e la Francia dell’1,3%. Il Pil del Regno Unito è aumentato dell’1,2%. La media dell’Unione europea è stata di +1,3% e quella di Eurolandia di +1,1%.