La conta sulla fiducia al nuovo governo. Voti risicati al Senato, ma potrebbero essere 169 i senatori favorevoli
ROMA – Ancor prima che Conte si avvii al Quirinale per iniziare la sua seconda, difficile avventura di governo, stavolta con partner completamente cambiato, qualcuno si è cimentato nella conta dei parlamentari necessari al nuovo governo per ottenere la maggioranza, risicata in particolare al Senato.
Ma proprio Matteo Renzi, il primo ispiratore del nuovo accordo benedetto da Mattarella e dalle cancellerie europee, fuga i dubbi: «I numeri al Senato ci sono». In realtà, contando solo Pd e M5S la soglia dei 161 (quella per avere la fiducia al Senato) non viene raggiunta. I 5 Stelle hanno 107 senatori. Anzi 106 probabilmente visto che Gianluigi Paragone ha annunciato che non voterà a favore dei giallorossi. I democratici sono 51. Insomma, le due compagini al
completo arrivano a 158. Ed ecco che, come in tanti altri passaggi della recente storia parlamentare, i ‘piccoli’ diventano determinanti per la tenuta della maggioranza.
Innanzitutto i 4 senatori di Leu che fanno parte del Misto: Pietro Grasso, Vasco Errani, Loredana De Petris e Francesco Laforgia. Leu ha dichiarato al Colle la disponibilità a sostenere la nuova maggioranza. E si arriva a 162. Poi, ci sono gli ex-M5S: Paola Nugnes, Gregorio De Falco, Saverio De Bonis, Carlo Martelli e Maurizio Buccarella. E anche in questo caso il sostegno dovrebbe esserci proprio per le battaglie ‘anti-Lega’ che determinarono l’espulsione di De Falco, Nugnes e De Bonis nei mesi scorsi. E si sale a 167.
Del Misto fanno parte anche due esponenti del Maie, Ricardo Merlo e Adriano Cario, che al pari di Emma Bonino di +Europa hanno scelto una posizione attendista. «Non compro nulla a scatola chiusa», ha detto ieri Bonino dopo le consultazioni al Colle. Del Misto fanno parte infine i senatori a vita Mario Monti e Liliana Segre. C’è poi il gruppo delle Autonomie che alle consultazioni ha annunciato l’astensione sulla fiducia la governo e “poi ci regoleremo di volta in volta”. Fanno parte delle autonomie anche i senatori a vita Giorgio Napolitano e Elena Cattaneo, oltre a Gianclaudio Bressa e Pier Ferdinando Casini che dovrebbero votare a favore della fiducia arrivando quindi a quota 169.