Mattarella convoca Conte per l’incarico. Ma Pd e M5S si scontrano su Di Maio. Grillo: «Ministri tecnici»
ROMA – Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha deciso di affidare il reincarico a Giuseppe Conte. Mettendogli in mano anche una gran patata bollente. Convocazione domattina, giovedì 29 agosto, alle 9,30 al Quirinale. Sì, il compito del di nuovo premier è in salita: toccherà a lui, infatti, trovare una sintesi fra due partiti che hanno deciso di dar vita a una maggioranza di governo che è ancora una scatola vuota. E su tutto è arrivato anche un blog di Grillo che imporrebbe ministri esterni, quindi tecnici. Una riedizione, a quanto pare, del governo Monti. Non c’è un programma condiviso da Pd e M5S e non esiste l’intesa sulla distribuzione dei ministeri. A cominciare dall’affidamento della poltrona del vicepremier: il Movimento 5 stelle la vuole per Luigi Di Maio, mentre il Pd la rivendica, considerato che Conte deve essere considerato esponente pentastellato. Conte potrà fare lo sgambetto a Di Maio che è stato, di fatto, il suo scopritore e difensore strenuo, fino a imporlo nuovamente a Palazzo Chigi? E il Pd che cosa farà? Si sfilerà dalla maggioranza se Conte dovesse decidere di avere, ancora, due vicepremier, appunto Di Maio e un piddino (si parla di Paola De Micheli)? E che cosa verrà fuori dal referendum sulla piattaforma Rousseau, aperto agli iscritti del Movimento 5 stelle? Ma questi sembrano problemi preliminari, rispetto alle scelte vere, forti, che dovranno essere fatte, sulla pelle degli italiani, dal punto di vista economico. Si parla di un Paese super tartassato: sullo sfondo vengono fatte balenare una patrimoniale, tasse di successione pesantissime e altri balzelli. Con una motivazione: evitare l’aumento dell’Iva. Che il ministro uscente Tria ha già definito come falso problema
CENTRODESTRA – Opposizione totale al nascete governo, ovviamente, dal centrodestra unito: Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni hanno detto al Capo dello Stato che l’unica strada da battere sarebbe quella delle elezioni. La Meloni ha annunciato una manifestazione di piazza. Matteo Salvini sostiene che la stragrande maggioranza degli italiani non vuole il governo giallorosso e che la Lega farà le barricate, dentro e fuori dal Parlamento. Ma lui, Salvini, non ha fatto nessuna autocritica per aver provocato, di fatto, questa situazione.
GRILLO – E mentre noi cronisti stiamo scrivendo in diretta le vicende viste dentro e fuori il Quirinale, ecco che, nel quadro già a tinte fosche, s’infila il blog di Grillo: che vuole ministri esterni, esperti delle materie e non politici. Infatti scrive: «Questa crisi somiglia sempre di più ad un guasto dell’ascensore: quello che conta è mantenere la calma, non fare puzze e non dimenticare chi siamo. Non facciamoci distogliere dalle incrostazioni che la realtà ha lasciato sui nostri scudi, è assolutamente normale ed atteso che ogni accenno ad un ministero si trasformi in una perdita di tempo, condita da cori di reciproche accuse di attaccamento alla poltrona. Questo – aggiunge Grillo – perché un po’ di poltronofilia c’è ma, soprattutto, non ci sono i tempi né per un contratto e neppure per chiarirci su ogni aspetto, anche fintamente politico, delle realtà che i ministeri dovranno affrontare». E ancora: «Oggi è l’occasione di dimostrare a noi stessi ed agli altri che le poltrone non c’entrano nulla: i ministri vanno individuati in un pool di personalità del mondo della competenza, assolutamente al di fuori dalla politica – aggiunge -. Il ruolo politico lo svolgeranno i sottosegretari, ognuno dovrà scegliere secondo verso cui dovrà rispondere nei fatti e sintetizzare, per ogni ministero, l’approccio ottimale e imparare a governare i tecnici della burocrazia che li occupano da tempo immemore». Morale? L’Italia rischia di ripiombare ai tempi del governo Monti.