Governo Conte, nel dialogo PD – M5S il taglio dei parlamentari passa in secondo piano
Mentre si procede al varo del governo giallorosso sembra sparita dall’agenda politica la richiesta dei grillini di un taglio dei parlamentari immediato, come uno dei primi provvedimenti del nuovo esecutivo. L’esigenza di intervenire è riemersa molto attenuata nella bozza di priorità enunciate dal nuovo uomo della provvidenza della politica italiana, il bispremier Giuseppe Conte, incensato soprattutto all’estero. Il taglio dei parlamentari sarà infatto inserito, senza urgenza, in uno dei primi calendari utili della Camera, ma agganciato alla revisione della legge elettorale per garantire il pluralismo politico e territoriale, come ha chiesto il Pd. Si tratta di uno dei temi più controversi nel dialogo fra i due nuovi partners di governo.
Ma cosa prevede in sostanza il progetto grillino che tanto preme a Di Maio e alla sua compagnia. In sostanza, il testo modifica gli articoli 56, 57 e 59 dellaCostituzione, riducendo i deputati da 630 a 400 e i senatori da315 a 200, parlamentari eletti all’estero inclusi. Inoltre,mantiene i senatori di diritto (gli ex presidenti dellaRepubblica) ma mette un limite a quelli a vita scelti dal capodello Stato tra chi ha “illustrato la patria per altissimimeriti”: non potranno essere piu’ di cinque.
Secondo il M5S la sforbiciata comportera’ a regime 500 milioni di risparmio a legislatura, ma si tratta di una cifra da molti osservatori giudicata esagerata. Non e’ questo, in ogni caso, il punto contestato dal Pd, che nel rapporto tra collegi piu’ estesi epopolazione territoriale vede un problema di rappresentanza.
Modificare la riforma, quindi, e adeguarvi la legge elettorale, e’stata finora la tesi del Pd, a fronte del M5S che punta drittoall’approvazione definitiva del testo. Anche se l’entrata invigore non sara’ immediata: bisognera’ aspettare almeno tre mesiin attesa di un eventuale referendum confermativo che puo’ essererichiesto quando le riforme costituzionali non vengono approvateda una maggioranza di due terzi (come fu nel 2016).
Con l’espletamento di tutte le procedure referendarie, in caso di ritorno alle urne l’appuntamento potrebbe cadere non prima della prossima primavera. Con una modifica del testo, invece, l’iter parlamentare dovrebbe ricominciare da capo e, a quel punto, la legislatura potrebbe interrompersi senza vincoli temporali, mandando al macero la rifoma come e’ accaduto piu’ volte in passato. Sul piano tecnico, va messo in conto che la priorita’ del M5S potrebbe trovare i numeri in Parlamento con i voti della Lega e di FdI che hanno sempre votato a favore.