Conte: per evitare contrasti fra alleati istituisce cabina di regia a palazzo Chigi
Scottato dall’esperienza dei contrasti nati durante il suo primo governo, anche se in buona parte deve fare mea culpa per la sua sterzata improvvisa e per le sue divergenze con alleati leghisti e soci grillini, il premier Conte, Giuseppi per il presunto amico Trump, vuole correre ai ripari e sceglie il metodo della cabina di regia, che intende avviare dopo aver incassato il voto di fiducia del Parlamento. Questa cabina ha lo scopo di costituire un coordinamento anti-conflitti mettendo sistematicamente intorno ad un tavolo i protagonisti di ogni singola questione, siano essi ministri, capigruppo o i due capi delegazione Di Maio e Franceschini.
Il primo banco di prova sarà ovviamente la legge di Bilancio e, a seguire, la sicurezza con il tema spinoso dell’immigrazione, sul quale Salvini ha già il fucile puntato. Su questi due temi gli incontri con i ministri competenti, Gualtieri e Lamorgese, sono già iniziati. Il responsabile di via XX Settembre la prossima settimana sarà ad Helsinki per la riunione dell’Ecofin, mentre al Viminale si lavora per ripristinare un’agenda di incontri del ministro per riprendere la discussione sulle modifiche al trattato di Dublino.
Nei discorsi che terrà in Parlamento domani e dopodomani, Conte insisterà molto sulla necessità di un rilancio della collocazione internazionale dell’Italia e del dialogo con l’Unione europea. Un confronto improntato a una collaborazione critica ma costruttiva, per un’Europa «più solidale, equa, giusta, vicina ai cittadini». Il messaggio di Mattarella al forum di Cernobbio offre a Conte un ottimo assist per spingere su Bruxelles affinchè conceda margini alla prossima manovra di bilancio in modo da poter bloccare l’aumento dell’Iva, tagliare il cuneo fiscale ai lavoratori e garantire un salario minimo a chi lavora. Ma è indispensabile anche trovare una nuova intesa sul trattato di Dublino e nuovi meccanismi che permettano ai paesi di sbarco di ricollocare e redistribuire i migranti.
Ampio spazio verrà anche dato alla difesa dell’ambiente e all’annuncio di misure che favoriscono investimenti green. Poi la scuola, l’università, il tema dei tantissimi giovani laureati che scappano all’estero per mancanza di lavoro e di un vero sistema meritocratico. Se, come sembra probabile, incasserà la fiducia anche al Senato (con l’aiuto dei senatori a vita, compreso il vecchio presidente emerito, in tutto sei voti, decisivi), Conte volerà mercoledì a Bruxelles e sabato tornerà a Bari per la Fiera del Levante. In mezzo, nel consiglio dei ministri di venerdì, un passo che si preannuncia spinoso, visti gli appetiti, la nomina di viceministri e sottosegretari, in tutto sembra 45, all’anima del risparmio e della riduzione dei corpi politici. Con il viatico, non proprio positivo, dei sondaggi che indicano questo governo come uno fra i meno graditi dagli italiani, che preferirebbero decidere loro direttamente da chi essere governati e non dipendere dalla volontà di potentati europei, assecondati dalla sinistra e dai presidenti della repubblica. Vedremo come se la caverà Giuseppì, che ha già dimostrato di essere uomo buono per molte stagioni.