Sottosegretari: oltre 200 nomi per 42 posti totali. 120 aspiranti solo nel Pd
ROMA – E meno male che grillini e piddini hanno sempre confermato che non volevano poltrone, ma andare incontro alle esigenze degli italiani. E’ in atto una lotta al coltello all’interno di M5S e delle varie anime del Pd per uno dei 42 posti disponibili, ma i pretendenti sono cinque volte tanti. Difficile trovare la quadra, anche se Conte ha chiesto di risolvere l’enigma entro oggi 12 settembre. La caccia al posto sembra caratterizzare i primi passi del nuovo governo benedetto e fortemente voluto da Mattarella e dall’Europa.
Il nodo sottosegretari non è stato ancora sciolto, nonostante il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, da Bruxelles, abbia dichiarato di voler completare la pratica entro la giornata di oggi, giovedì 12 settembre. Come riferito dal Corriere della Sera, «i 5 Stelle non riescono a pelare la patata rovente dei sottosegretari perché si litiga per ogni casella o quasi. Il quartetto Patuanelli, Spadafora, Franceschini e Orlando è stato preso d’assalto: tra autopromozioni e candidature, gli aspiranti sottosegretari sono oltre 200 (120 solo del Partito Democratico) per 42 posti totali».
Allo Sviluppo è braccio di ferro. Il Pd chiede per Antonello Giacomelli le deleghe sulle telecomunicazioni e per Gian Paolo Manzella quelle dell’energia. Sul fronte editoria è scontro tra Emilio Carelli e Andrea Martella. I 5 Stelle vorrebbero sfilare a Franceschini le deleghe sul turismo e Riccardo Fraccaro ha messo nel mirino le Riforme (adocchiate anche dal Pd per Roberto Cociancich). L’attuazione del programma piacerebbe al ministro Federico D’Incà. Laura Castelli sarà viceministro all’Economia, mentre Stefano Buffagni sarà sottosegretario.
Nel Pd, dove spiccano le candidature di Lele Fiano per il Ministero dell’Interno e Marina Sereni per gli Esteri, c’è tensione sui posti da assegnare al gruppo dei renziani (indicati Ascani, Marattin, Malpezzi, Cociancich, Fiano e Margiotta). Maurizio Martina ha chiesto quattro incarichi per i suoi, ma, se accetterà di andare all’Interno come vice di Luciana Lamorgese, potrebbe ottenerne solo uno. Il M5S conferma Vittorio Ferraresi per la Giustizia (e il Pd pensa a Giovanni Legnini). Nella corsa al posto da settegretari, poi, spiccano due ex del governo Conte I, cioè Elisabetta Trenta e Barbara Lezzi.