Spagna torna al voto, per la quarta volta in 4 anni. In Italia i presidenti tentennano
MADRID – La Spagna destinata a tornare alle urne 10 novembre: «Il risultato delle consultazioni tra il re Felipe VI e i partiti è chiaro: non c’è alcuna maggioranza alla Camera dei deputati che possa garantire la formazione di un governo, la Spagna è destinata a tornare alle urne il 10 novembre per la quarta volta in quattro anni». Lo ha dichiarato il premier socialista uscente, Pedro Sanchez. –
Il re Felipe VI ha constatato che non ci sono forze politiche con il sostegno parlamentare sufficiente a formare il governo. Di conseguenza, dopo lo scioglimento delle camere lunedì 23, la Spagna andrà di nuovo al voto. La Spagna rischia dunque di tornare nuovamente alle urne, a pochi mesi dal voto del 28 aprile. Al termine di un giro di consultazioni con i quattro principali partiti, Re Felipe Vi ha emesso oggi un comunicato in cui si constata che «non esiste alcun candidato con gli appoggi necessari per ottenere la fiducia alla Camera dei deputati». In base all’articolo 99 della Costituzione vi erano due mesi di tempo per formare un nuovo governo dopo il fallimento del primo voto d’investitura, avvenuto il 23 luglio. Ormai rimane tempo solo fino alla mezzanotte del 23 settembre per dare fiducia ad un nuovo governo. Passata questa scadenza, le camere verranno sciolte e saranno convocate nuove elezioni.
Invece la Costituzione italiana, che secondo Benigni e Napolitano è la più bella del mondo, non prevede clausole di questo tipo e soprattutto i Presidenti della Repubblica, prima Napolitano e poi Mattarella, non gradiscono il ritorno degli italiani alle urne. Nell’ultima occasione infatti il Presidente ha traccheggiato fino alla conclusione dell’accordo PD – M5S, sconclusionato come appare chiaro anche oggi dopo la scissione del Pd. Ma era questa la soluzione auspicata dal Capo dello Stato fin dal 2018, quando l’accordo andò in fumo per l’opposizione proprio di Renzi.