Montella: «Meritavamo di vincere». Gasperini: «Gol Castagne più bello di quello di Chiesa»
PARMA – Vincenzo Montella è il ritratto della delusione: un pittore macchiaiolo avrebbe scelto i tratti del suo viso rattrappito dalla rabbia, a causa della vittoria sfumata al 95′, per raffigurare il dolore vivo, cocente. Dalla sua bocca escono queste parole: «Meritavamo qualcosa in più ma ho fiducia. Siamo usciti arrabbiati e questo vuol dire che stiamo crescendo, perchè se riusciamo a tenere testa all’Atalanta significa che stiamo lavorando bene. Non dimentichiamo che l’Atalanta aveva 4 punti dopo tre partite nella scorsa stagione ed è poi arrivata terza».
MONTELLA – E ancora: «Ho dovuto fare dei cambi obbligati e abbiamo sofferto a centrocampo nel finale. Dispiace aver buttato i tre punti negli ultimi dieci secondi, ma ci sono molti aspetti positivi. Il gol di Castagne? Ha fatto un grandissimo gesto tecnico perchè il tiro al volo era l’unica soluzione per andare a rete». Quindi Montella si sofferma sull’immagine di Ribery, commosso in panchina dopo la sostituzione: «Forse già sapeva il risultato finale – ironizza – A parte gli scherzi, stiamo parlando di un calciatore straordinario, anche per come vive lo spogliatoio.
GASPERINI – Da parte sua, l’allenatore dell’Atalanta, Gian Piero Gasperini, non vuol riconoscere a tutto tondo i meriti della Fiorentina, e tanto meno quelli di Federico Chiesa, autore di una gran partita. S’inventa che il gol di Castegne è stato più bello di quello di Federico. Ecco le sue parole: «Siamo stati bravi a recuperare la partita. Sembrava una partita stregata e la sconfitta sembrava scritta nel destino ma nel finale abbiamo rimediato. Bisogna dare il merito ai ragazzi per aver giocato con grande intensità e qualità. Decisivo un gol allo scadere di Castagne. Forse il suo gol è più bello di quello di Chiesa. Bisogna fargli i complimenti. Con Ilicic e Gomez abbiamo un assetto più consolidato e nella ripresa è stato più facile. Ma anche nel primo tempo abbiamo giocato bene e avuto molte occasioni con Muriel e Zapata».
