Pd, Bonafè: «Il candidato alla Regione in 3 settimane. O primarie a dicembre». E Giani rimane in testa
FIRENZE – Alla vigilia della direzione regionale toscana del Pd, in calendario per venerdì 27 settembre, la segretaria, Simona Bonafè, annuncia: «Ci prendiamo tre settimane di tempo, a partire da lunedì 30 settembre, per trovare una candidatura unitaria per le regionali. Parleremo con tutti: potenziali alleati, sindaci, parti sociali. Anche coi 5 Stelle. E non solo di nomi, anzi, prima di tutto di idee per la Toscana. Se il tentativo fallisce, primarie di coalizione entro metà dicembre. Prima di fine anno dovremo avere il candidato».
Il problema? Tutti sanno che il candidato più autorevole, e con largo seguito, alla presidenza della Regione, è Eugenio Giani. Consapevoli anche che, in caso di primarie, sarebbe lo stesso Giani a vincere con distacco. Ma alcuni possibili candidati alternativi non si vogliono ancora dare per vinti, e insistono perchè, attraverso un blitz, il Pd non scelga Giani. Il rischio per il Pd? Un candidato che non sia Giani, capace di prendere voti anche nel centrodestra, potrebbe determinare un’elezione per nulla scontata dopo 50 anni di dominio incontrastato della sinistra. La stessa Bonafè, che ha già fatto un passo indietro optando per il suo comodo ruolo di europarlamentare, si rende conto che una forzatura, cioè un accantonamento d’imperio di Giani, non potrebbe passare. E in un’intervista all’edizione fiorentina della Repubblica, annuncia la road map: basterà un armistizio di tre settimane per la missione impossibile di evitare le primarie? La Bonafè dichiara: «Proporrò il percorso che ci dovrà portare anche all’individuazione del candidato. Ma sarò molto chiara sul fatto che non ci possiamo dimenticare la Toscana – spiega la segretaria del Pd toscano – Stiamo facendo un dibattito tutto sui nomi. Ma è ora di concentrarci sulle priorità del programma. Saranno tre settimane di lavoro serio». Non aspetteranno il voto in Umbria del 27 ottobre? «No, non c’entra nulla l’Umbria. La situazione toscana è molto diversa e il nostro percorso pure. Questo è il Pd più forte d’Italia, anche se io l’ho ereditato lacerato e diviso».
Quanto all’idea di un possibile candidato unitario, Bonafè dichiara: «Apriremo vere consultazioni. Non si parte dai nomi. L’unità ce la chiedono tutti, a partire dai territori. Sentiremo i sindaci, il governatore, i parlamentari, i consiglieri regionali, gli assessori, le parti sociali ed economiche, la coalizione. Non parto dalla presunzione dell’autosufficienza Pd. A luglio abbiamo incontrato informalmente i partiti della potenziale coalizione. Socialisti, Verdi, Più Europa, Leu, Demos. Ora li richiameremo tutti. Ci sono anche i mondi civici. E Italia Viva è una novità. Ci
rivolgeremo – spiega Bonafè – a tutti per fare il punto sulla candidatura, ma soprattutto sulle priorità programmatiche. Al Pd non farò fare il ruolo del notaio e a fine ottobre, in una convention regionale, racconteremo la nostra visione della Toscana del 2030. Infrastrutture, sanità, distretti produttivi e turismo, ma non quello delle donne in vetrina del Salvini di serie B della Lega».