Pensioni: nel 2021 diremo addio a quota 100 e si andrà in pensione con cinque anni in più
Il sito PMI.it, sempre bene informato in materia, ci informa che correremo il rischio scalone nel 2021, a fine sperimentazione quota 100, con l’innalzamento immediato dei requisiti per andare in pensione di cinque o sei anni. La soluzione sarebbe un intervento mirato in una nuova Riforma Pensioni. Che, almeno in parte, superasse il problema introducendo nuove misure di flessibilità in uscita o una sorta di periodo transitorio. Al momento, l’unica certezza, è che nel 2021 diremo addio a quota 100 e alla possibilità di ritirarsi a 62 anni (con 38 di contributi) , mentre da subito ci vorranno 67 anni per andare in pensione di vecchiaia oppure 42 anni e dieci mesi di contributi per la pensione anticipata.
Nell’ambito dl dibattito sulla manovra 2020, il Governo ha già dichiarato l’intenzione di non introdurre modifiche all’attuale disciplina sulla quota 100, lasciandola scadere nel 2021, al termine del triennio di sperimentazione previsto. Nella pratica, significa che i nati nel 1959 riusciranno ad andare in pensione cinque o sei anni prima dei quasi coetanei che hanno un anno di meno. Chi infatti compie i 62 anni prima del 31 dicembre 2021, se ha 38 anni di contributi rientra nell’applicazione della quota 100, e può andare in pensione. Dal 2022, non si può utilizzare la quota 100, quindi niente più pensione a 62 anni.
L’ipotesi più probabile, in realtà, è che entro il 2021 intervengano nuove misure di riforma pensione, che al posto di quota 100 prevedano ipotesi alternative di flessibilità in uscita. Una riforma organica, che sostituisca tutte le diverse opzioni che oggi ci sono a disposizione (ma che non sono destinate a diventare strutturali): Opzione Donna (verrà prorogata con la manovra 2020), Quota 100, APE.
Ricordiamo infine, in tema di flessibilità in uscita, che il decreto pensioni del 2019 ha sospeso gli scatti di adeguamento alle aspettative di vita fino al fino al 2026 per la pensione anticipata. Il requisito, quindi, resta a 42 anni e dieci mesi per gli uomini, un anno in meno per le donne, fino al 2026. Continuano invece a conteggiarsi gli scatti per la maturazione della pensione di vecchiaia.