Leopolda: la Boschi apre la terza giornata. Nuove iscrizioni a Italia Viva. Ma Rossi attacca
FIRENZE – Folla ai cancelli della Leopolda, di prima mattina, e anche al banchino del tesseramento: in molti, soprattutto giovani, si sono iscritti a Italia Viva, il cui simbolo, un gabbiano stilizzato, è stato presentato proprio ieri qui alla Leopolda. Intanto ha preso il via la terza e ultima giornata della convention: saluti, dal palco, di Maria Elena Boschi, accompagnata da Eugenio Comencini, che ha dato il buongiorno ai partecipanti. «Un primo saluto va alle tantissime persone che sono rimaste fuori dalla stazione Leopolda e che ci seguono dai maxischermi. Siamo talmente tanti che purtroppo la stazione Leopolda non ci contiene più tutti. Qui è la nostra casa, qui è nato tutto e qui alla Leopolda continuerà la nostra avventura fino al 2029, almeno fino al 2029».
Ma divampano anche le polemiche. Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, su Facebook, ha scritto: «Per rendere il senso delle due diverse manifestazioni di ieri, a Roma della Lega e a Firenze di Italia Viva, mi limito a riportare due frasi, una di Zaia e una della Boschi. Zaia: ‘Bisogna togliere il galateo alle forze dell’ordine e restituire il manganello’. Boschi: ‘Il PD è diventato il partito delle tasse’. Nel primo caso, le parole di un moderato, considerato quasi un vecchio democristiano del Veneto, ci dicono molto del tratto illiberale e populista della nuova destra che sfila con i fascisti. Nel secondo caso, l’esponente più intelligente della nuova formazione ci svela subito il terreno, su cui Italia viva si colloca, di sfida al PD da posizioni di destra; diverse certo, ma per certi aspetti simili a quelle che una volta erano di Forza Italia, quando la destra era ancora liberale e Berlusconi, per difendere gli evasori, diceva che non si devono mettere le mani nelle tasche degli italiani. Per il PD e la sinistra si aprono ulteriori spazi per la lotta politica e per la conquista dei consensi tra la maggioranza democratica degli italiani e tra gli strati popolari».