Firenze, Teatro della Pergola: Lavia porta in scena «I giganti della montagna» di Pirandello
FIRENZE – Giovedì 24 ottobre si inaugura la stagione 2029-2020 del Teatro della Pergola con «I giganti della montagna», il testamento artistico di Luigi Pirandello, messo in scena da Gabriele Lavia, attore (nella parte di Cotrone, detto II mago) e regista di questa coproduzione tra Fondazione Teatro della Toscana, Teatro Stabile di Torino e Teatro Biondo di Palermo.
La magica opera incompiuta di Pirandello è presentata in un allestimento maestoso, con un cast di più di venti attori, con mimi, danzatori, musicisti. La storia del mago Cotrone al cospetto del mistero dell’Oltre diventa una folle, poetica sarabanda ambientata in un tempo e luogo indefiniti, tra favola e realtà.
Così Lavia presenta il lavoro: «I Giganti sono gli uomini del fare, mentre il teatro è fatto dagli uomini dell’essere. Luigi Pirandello l’aveva capito molto bene. Perciò, ho voluto come scenografia un teatro distrutto. Distrutto perché ci vogliono costruire degli uffici per organizzare un teatro che non c’è, è morto, ucciso proprio dagli uffici. I Giganti è un testo profetico, di cui l’autore non scrisse mai il III e ultimo atto, perché non fece in tempo»; sempre Lavia, nel programma di sala, spiega: «Pirandello vive con I giganti della montagna il suo grande momento espressionista. Si tratta di un espressionismo onirico, fantastico, visionario. Alcuni attori si sono ridotti a essere quasi degli straccioni per seguire Ilse Paulsen, l’attrice moglie del Conte, che chiamano la Contessa. Vanno in giro come pezzenti a recitare la Favola del figlio cambiato, copione scritto per la Contessa da un certo autore, innamorato di lei, e morto per la disperazione di non essere corrisposto. È l’incubo della Compagnia. La donna, infatti, per espiare la colpa di quel suicidio, si ostina a voler recitare la Favola, che ovunque ha grande insuccesso. Il mondo non capisce più la poesia. Cotrone dà rifugio alla Compagnia alla villa La Scalogna: l’arte non può abitare in mezzo agli uomini, ma solo tra loro Scalognati. Gli artisti riescono a vivere unicamente fuori dal mondo».
Il teatro è celebrato come spazio salvifico, libero e indipendente, ultima roccaforte dell’umanità, in una società distratta e svuotata da princìpi e ideali. Cotrone, nell’interpretazione di Lavia, è Pirandello stesso, ma non solo: «vive nel fallimento, nella caduta del mondo, ai margini della vita e ai confini del sogno. Si è rifugiato o emarginato nella propria illusione che il teatro, cioè la poesia originaria, possa essere il luogo assoluto, fuori da ogni contaminazione. E lontano dai Giganti, dalle “forze brute”, da uomini che mettono paura soltanto a sentirli passare al galoppo. Nella mia vita ho visto molte edizioni dei Giganti della montagna: Cotrone era sempre cupo, malinconico, triste. Secondo me, invece, è allegro e incazzato. Perché è disperato».
Numerosi gli eventi collaterali allo spettacolo. Lunedì 28 ottobre alle 17, a Palazzo Fenzi, Gabriele Lavia incontra gli studenti universitari con una conferenza dal titolo «Vigliacco chi ragiona»: Lavia, Pirandello e i Giganti a cura di Renzo Guardenti. Giovedì 31 alle 18, alla Pergola, Lavia e la Compagnia incontrano il pubblico, coordina Matteo Brighenti. Entrambi gli appuntamenti sono a ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Inoltre, fino al 3 novembre, nella Sala Oro, è aperta la mostra gratuita «Il figlio del Caos – Luigi Pirandello al Teatro della Pergola», visitabile il mercoledì e il giovedì dalle 15:30 alle 18:30 e, per i possessori dei relativi tagliandi di ingresso, in occasione degli spettacoli, dei concerti e delle visite guidate.
Teatro della Pergola (via della Pergola 18, Firenze)
Da giovedì 24 ottobre a domenica 3 novembre (ore 20:45, domenica ore 15:45; riposo lunedì 28 ottobre)
Fondazione Teatro della Toscana in coproduzione con Teatro Stabile di Torino, Teatro Biondo di Palermo presentano Gabriele Lavia in «I giganti della montagna» di Luigi Pirandello.
La Compagnia della Contessa: Federica Di Martino, Clemente Pernarella, Giovanna Guida, Mauro Mandolini, Lorenzo Terenzi, Gianni De Lellis, Federico Le Pera, Luca Massaro; gli Scalognati: Gabriele Lavia (Cotrone detto il Mago), Nellina Laganà, Ludovica Apollonj Ghetti, Michele Demaria, Simone Toni, Marìka Pugliatti, Beatrice Ceccherini; i Fantocci: Luca Pedron, Laura Pinato, Francesco Grossim Davide Diamanti, Debora Rita Iannotta, Sara Pallini, Roberta Catanese, Eleonora Tiberia; scene Alessandro Camera, costumi Andrea Viotti (Premio Le Maschere del Teatro Italino 2019), musiche Antonio Di Pofi, luci Michelangelo Vitullo, maschere Elena Bianchini, coreografie Adriana Borriello, assistenti alla regia Bruno Maurizio Prestigio, Lorenzo Volpe; regia Gabriele Lavia.
Durata: 2h e 25’ circa, intervallo compreso
Biglietti da 13 a 37 euro –www.teatrodellatoscana.it