Manovra: arrivano anche rivalutazione delle pensioni, sugar e plastic tax, abolizione superticket
ROMA – La rivalutazione delle pensioni per 2 milioni e mezzo di persone, il fondo per le famiglie, la sugar e la plastic tax, e poi le tasse sulle sigarette, l’aumento della cedolare secca e l’abolizione dei superticket. Lo scheletro della manovra è contenuto in una bozza di sei pagine, che ha fatto da canovaccio per la lettera di risposta del governo all’Ue. Molte delle misure fanno parte da tempo del pacchetto, altre sono nuove, di altre sono stati definiti i dettagli. Intanto, i soldi: quanti sono e da dove arrivano.
«Vengono previsti 30 miliardi di maggiori spese – viene spiegato – mentre 15 sono maggiori entrate. Tra queste ultime, 6,5 miliardi provengono dalle misure individuate nel Decreto Fiscale, mentre 8,5 miliardi provengono da maggiori entrate individuate con le misure del Disegno di Legge di Bilancio. Il resto è coperto in deficit, con 14,4 miliardi di euro».
Scendendo nello specifico, dalle microtasse si stima un recupero di circa 5 miliardi. Fra le misure di maggiore impatto ci sono quelle per gli anziani e le famiglie. Per i primi c’è il ripristino della rivalutazione delle pensioni tra i 1.500 e i 2.000 euro lordi. Il taglio del cuneo fiscale riguarderà sia i 4,5 milioni di lavoratori con redditi lordi tra i 26.600 e i 35.000 mila euro, finora esclusi dal bonus Renzi, sia i 9,4 milioni di lavoratori con redditi da 8 mila a 26.6000 euro, che percepiscono già il bonus Renzi. Si abbassano, però, le detrazioni Irpef al 19% per i contribuenti: la sforbiciata parte dai redditi oltre 120 mila euro l’anno con il graduale azzeramento a quota 240mila euro.
Dallo schema prende forma la tassa sul fumo, che riguarda sia le sigarette elettroniche sia quelle tradizionali: 160 milioni arriveranno da un aumento di imposte su liquidi, bruciatori, trinciato e sigaretti e oltre 45 dalle sigarette. Si confermano la tassa sugli imballaggi di plastica, un euro per chilogrammo, che partirà dal primo giugno 2020, e l’aumento della cedolare che al 12,5% dal 10%. Infine, per il rinnovo dei contratti pubblici il governo aggiungerà 225 milioni per il 2020 e 1,4 miliardi a regime dal 2021, che andranno ad aggiungersi agli 1,4 miliardi stanziati precedentemente per il 2020 e agli 1,75 stanziati precedentemente per il 2021. Si tratta in totale di 3,1 miliardi stanziati a regime per i rinnovi.