Muro di Berlino: 30 anni fa la caduta. Le frasi celebri sul simbolo della guerra fredda
ROMA – Trent’anni fa, il 9 novembre 1989, cadeva il Muro di Berlino, simbolo della guerra fredda da quando venne eretto per dividere la Germania, ossia il 13 agosto 1961. Il Muro ha ispirato riflessioni e dichiarazioni. Di seguito alcune di quelle passate alla storia: «Nessuno ha intenzione di costruire un Muro». Parole pronunciate dall’allora presidente della Repubblica democratica tedesca Walter Ulbricht, il 15 giugno 1961, durante una conferenza stampa. Rispondendo alla domanda di un giornalista, Ulbricht evoca l’idea di un Muro che nessuno ha menzionato. Due mesi più tardi, iniziano i
lavori di costruzione.
BRANDT I– «E soprattutto non sparate ai vostri connazionali». Il socialdemocratico Willy Brandt, 13 agosto 1961. Tre giorni dopo la costruzione del Muro, l’allora sindaco di Berlino – e successivamente cancelliere, tra il 1969 ed il 1974 – pronuncia un celebre discorso in cui chiede l’invio di rinforzi a Berlino e soprattutto agli ufficiali tedesco orientali di avere un comportamento umano, laddove possibile. «Soprattutto – chiede – non sparate ai vostri
connazionali».
KENNEDY – «Ich bin ein Berliner». John Fitzgerald Kennedy, 26 giugno 1963, Berlino, Rathaus Schoenberg, davanti a 450mila persone. Un discorso di
sostegno ai tedeschi chiusi in un’enclave dentro la Germania orientale. «Duemila anni fa l’orgoglio più grande era poter dire civis Romanus sum. Oggi, nel mondo libero, l’orgoglio più grande è dire ‘Ich bin ein Berliner.’ Tutti gli uomini liberi, dovunque essi vivano, sono cittadini di Berlino, e quindi, come uomo libero, sono orgoglioso delle parole ‘Ich bin ein Berliner».
REAGAN – «Signor Gorbaciov, abbatta questo Muro!». 12 giugno 1987, presidente americano Ronald Reagan, Berlino ovest, davanti alla Porta di Brandenburgo. Reagan parla dal podio, seduti alle sue spalle, il presidente federale tedesco Philipp Jenninger e il cancelliere Helmut Kohl. Rivolto ai sovietici Reagan pronuncia le parole profetiche: «Sì, attraverso l’Europa, questo Muro cadrà. Perché non può resistere alla fede, non può resistere alla verità. Il Muro non può resistere alla libertà».
HONECKER – «Il Muro continuerà ad esistere tra 50 ed anche tra cento anni, se le ragioni che ne sono alla base non verranno rimosse»: meno profetiche le parole pronunciate dall’allora capo dello stato della Germania est, Erich Honecker, a Berlino il 19 gennaio 1989, pochi mesi prima del crollo. Costretto a dimettersi il 18 ottobre 1989 Honecker, contrario alle riforme suggerite da Gorbaciov, morì nel 1994 in Cile.
SCHABOWSKI – «Entrano in vigore, stando alle mie informazioni, immediatamente». La frase, pronunciata dal funzionario del governo tedesco orientale Guenter Schabowski durante una conferenza stampa il 9 novembre 1989 fu la miccia che scatenò il gigantesco esodo di cittadini tedesco orientali verso il Muro, provocandone il crollo. Ad entrare in vigore come disse Schabowski «immediatamente, stando alle mie informazioni» erano nuove misure volute dalle autorità tedesco orientali in direzione di un allentamento delle restrizioni sui viaggi.
BRANDT II – «Ora può crescere insieme ciò che si appartiene». Forse la frase più celebre attribuita – ricorda ‘The Local’ – a Willy Brandt e al discorso da lui pronunciato il 10 novembre 1989 a Berlino, il giorno dopo la fine del Muro.