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Pensioni: la rivolta delle pantere grigie, il 16 manifestazione nazionale a Roma

Oltre il 90% dei pensionati ritiene di aver perso in questi anni una parte più o meno consistente del proprio potere d’acquisto. Solo il 3% crede invece di averlo mantenuto inalterato. È quanto emerge dalla ricerca Sogni e bisogni dei pensionati’ realizzata da Fondazione Di Vittorio e Tecnè per lo Spi-Cgil in vista della manifestazione indetta dai sindacati per sabato prossimo, 16 novembre al Circo Massimo a Roma. Impellente è la richiesta di migliorare il sistema di rivalutazione delle pensioni, misura indicata come urgente da oltre il 40% dei pensionati italiani. Il 31% chiede invece che si aumentino le pensionipiù basse mentre il 17,5% che si diminuiscano le tasse, che sono considerate necessarie ma troppo alte dal 77,5% dei pensionati. La rivalutazione delle pensioni rispetto al costo della vita dovrebbe essere sempre al 100% tranne per quelle più alte per il 42% dei pensionati, al 100% solo per quelle più basse per il 25% e tutte al 100% per il 23%.

Quanto al blocco delle rivalutazioni, in manovra si porta al 100% la rivalutazione delle pensioni da 3 a 4 volte il minimo, ossia da 1.539,03 a 2.052,04 euro. Un provvedimento che andrebbe nella giusta direzione. Peccato che si traduca in meno di 3 euro all’anno, visto che avevano già la rivalutazione al 97% e l’inflazione è bassa. Inoltre bisognerebbe tornare ad un sistema di rivalutazione delle pensioni per scaglioni, ossia per fasce di importo, anche se magari riviste rispetto allo schema della legge 388/2000, invece di rivalutarle come ora sull’importo complessivo.

Pensionati generosi e perno irrinunciabile del welfare italiano. Sono 6 milioni infatti quelli che, pur tra mille difficoltà, aiutano economicamente le proprie famiglie per una spesa totale di circa 10 miliardi di euro all’anno. Molti di meno invece, sono quelli che si fanno aiutare: sono 14 milioni i pensionati che non ricevono alcun sostegno economico da parenti stretti, un milione e mezzo che lo riceve sporadicamente e solo 300mila che invece lo ricevono costantemente.

I pensionati italiani hanno ottenuto poco da questo governo. «È come se fossero invisibili, anche se rappresentano ormai un terzo del paese. Per questo il 16 novembre con Fnp-Cisl e Uilp-Uil torniamo in piazza a Roma al Circo Massimo per chiedere di fare di più, di rivalutare le pensioni, di dare la 14esimaa chi ne ha più bisogno, di abbassare le tasse e di arrivare alla definizione di una legge nazionale sulla non autosufficienza». Lo dichiara il segretario generale dello Spi-Cgil Ivan Pedretti commentando la ricerca citata.

Sempre secondo la ricerca techne sono 3 milioni i pensionati che hanno in famiglia, e a proprio carico, una persona non autosufficiente. Il 92% ritiene che le risposte fornite dal sistema pubblico al tema della non autosufficienza non siano assolutamente adeguate. L’84% pensa inoltre che di questo debba farsi carico la fiscalità generale. Per l’80% degli intervistati la risposta ai bisogni assistenziali e sanitari di un nonautosufficiente consiste “in un mix di trasferimenti monetari e di servizi, il 14% in servizi qualificati e diffusi e il 2,5% solo in trasferimenti monetari.

Questa la situazione, pienamente deficitaria della categoria dei pensionati che scenderanno in piazza contro Conte e il suo governo giallorosso delle quattro sinistre, che continua, come altri in precedenza a considerare i pensionati bancomat di Stato o vacche da mungere. ma le pantere grigie non ci stanno più e sono stufe di fare sacrifici per mantenere migranti, ex terroristi, drogati, nullafacenti destinatari di sussidi statali e redditi di cittadinanza.

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