Italia in Bosnia (venerdì, 20,45, Rai1): all’esame da Pjanic. Zenica portò bene ad Antognoni. Ora a Castrovilli? Formazioni
ZENICA (BOSNIA) – Visto che il risultato non è più determinante per la qualificazione a EURO 2020, chi segue la Nazionale si sbizzarrisce a trovare motivi per i quali gli azzurri di Mancini devono vincere anche domani sera (venerdì 15 novembre, ore 20,45, diretta su Rai1): si dice che la squadra deve vincere per migliorare il ranking (ora Italia e’ quarta dietro Spagna, Inghilterra e Germania) e ottenere un sorteggio più favorevole in vista delle finali europee; deve vincere per superare Vittorio Pozzo per successi consecutivi (ora sono sul 9-9); deve vincere per raggiungere l’insolito traguardo (per l’Italia) di dieci vittorie in dieci partite. Oppure serve un successo per superare Sacchi (38 punti), di segnare per più di 25 partite consecutive, mentre Bonucci può raggiungere Facchetti con 94 presenze. Traguardi rispettabili, per carità, ma soprattutto io credo che l’Italia debba non solo vincere, ma contro Pjanic e compagni deve dimostrare di essere una formazione solida, pronta per affrontare test ben più probabinti di questo girone eliminatorio che, onestamente, non ci ha messo davanti dei giganti. Mancini dovrà anche capire chi sarà il portiere titolare fra Donnarumma e Sirigu, chi potrà essere pronto subito a metà campo fra Zaniolo e Tonali. Se Chiesa può essere o no preferito a Bernardeschi e se la vitalità e la classe di Castrovilli, all’occorrenza, saranno linfa vitale alla quale attingere.
MOSAICO – Mancini, e non gli si può dare torto, ha già fatto capire che non punterà su blocchi di giocatori della stessa squadra. Ovvio il motivo: una volta la Juventus,il Torino, la Roma, il Milan e l’Inter avevano giocatori in prevalenza italiani. La Fiorentina aveva sempre qualcuno (De Sisti, Antognoni, uca Toni e compagni) da inserire di volta in volta. Oggi dove la trovi una squadra indigena? Nella prevedibile formazione per la sfida con la Bosnia c’è il mosaico: con due juventini, due romanisti, due giocatori del Chelsea, un napoletano, un torinista, un laziale, un milanista e un interista. La Nazionale è un cantiere aperto, ma da qui a giugno il c.t. dovrà fare delle scelte. Questa partita con la Bosnia può essere indicativa.
BOSNIA – Robert Prosinecki, il tecnico della nazionale bosniaca, si era dimesso quando aveva perso con l’Armenia, ma lo hanno convinto a restare. Le speranze di qualificazione sono ridotte a zero perchè dovrebbe battere Italia e Liechtenstein sperando che la Finlandia perda contro la squadra del Principato e la Grecia. In ogni caso, Prosinecki ha buoni giocatori e a Torino contro l’Italia era in vantaggio con un gol di Dzeko, poi pareggiò Insigne e Verratti diede la vittoria agli azzurri. La presenza dello juventino Pjanic assicura poi ai bosniaci un notevole equilibrio a centrocampo e Dzeko qualche gol. La Bosnia è la squadra che ha segnato di piu’ (17 reti) dopo l’Italia (25). In rosa c’è pure il milanista Krunic. Chiaramente, giocando in casa, la squadra di Prosinecki ci tiene a far bella figura. Mancini in questi giorni ha perso vari elementi che avrebbero potuto venir utili per la partita di Zenica. La più importante defezione riguarda il centrocampo per il forfait di Verratti: Zaniolo o Tonali? Il romanista recentemente è andato a corrente alternata, il bresciano non ha fatto grandi esperienze.
ZENICA – Dove si gioca? Zenica è un centro industriale a 70 chilometri da Sarajevo, è la quarta città della Bosnia, ha 115.134 abitati ed è afflitta dagli stessi problemi di inquinamento di Taranto, compreso il nome della Arcelor Mittal che governa gli stabilimenti siderurgici. Circola una battuta: per fare le pulizie non occorre lo straccio ma la calamita, visto lo strato di metallo che si deposita sulle cose tutti i giorni. Personalmente ho ricordo preciso di Zenica: era il 1972 e la Fiorentina andò a giocare la finale di ritorno di Mitropa Cup (manifestazione estinta da tempo dal panorama europe0) contro la squadra di casa, il Celik. Ero alla mia prima trasferta. Il grande Nils Liedholm, allenatore viola, mi aiutò quasi fossi stato suo figlio alla prima impresa della carriera. La partita andò male anche per colpa di un arbitro austriaco, tale Marshall, che tollerò un fallo da espulsione su De Sisti, azzoppato e costretto a uscire, poi annullò un gol buonissimo a Clerici, centravanti della Fiorentina. Finì 1-0 per il Celik, che vinse la Coppa. Ma fra i giocatori che non scesero in campo quel mercoledì c’era un certo Giancarlo Antognoni. Che Liedholm fece debuttare in serie A la domenica dopo, a Verona proprio perchè De Sisti era stato messo fuori uso da quelli del Celik. Ecco, 47 anni dopo, il giocatore avvicinato ad Antognoni, Gaetano Castrovilli, va in panchina a Zenica. Chissà, se son rose…
Probabili formazioni
Bosnia (4-3-3):Sehic; Kvrzic, Kovacevic, Bicakcic, Kolasinac; Saric, Pjanic, Cimirot; Visca, Hodzic, Gojak. C.T. Robert Prosinecki.
Italia (4-3-3):Donnarumma; Florenzi, Bonucci, Acerbi, Emerson; Zaniolo, Jorginho, Barella; Bernardeschi, Belotti, Insigne. C.T. Roberto Mancini.
Arbitro: Scharer (Svizzera)