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Pensioni: quelle erogate alle donne sono il 48% di quelle erogate agli uomini

ROMA – Le disuguaglianze di genere presenti nel mercato del lavoro si ripercuotono anche sul sistema previdenziale: le pensioni di vecchiaia erogate alle donne sono il 48% in meno rispetto a quelle erogate agli uomini, quelle anticipate il 20% in meno. Inoltre, l’83% delle pensioni integrate al minimo sono liquidate alle donne, che ricevono una pensione di vecchiaia che ammonta a 645 euro lorde al mese.

Questi sono solo alcuni dei dati più significativi contenuti nell’analisi elaborata dall’ufficio Previdenza della Cgil Nazionale insieme all’Inca, e presentata quest’oggi nel corso della secondo appuntamento della campagna ‘Rivolti al Futuro’.

La campagna ha preso il via a luglio con l’iniziativa sul futuro previdenziale dei giovani, e con la presentazione della proposta di pensione contributiva di garanzia. Nel rapporto emerge anche come le donne siano penalizzate anche per l’accesso alla pensione anticipata.

Hanno potuto usufruire di strumenti come Ape sociale e Precoci solo rispettivamente il 34% e il 17% delle lavoratrici. Secondo la Confederazione, anche ‘Quota 100’ resta una risposta parziale. Infatti, sulla base di alcune stime del sindacato le donne che nel 2019 utilizzeranno tale misura saranno circa 40mila, il 26% del totale (pari a 144mila). Un quadro di forti disuguaglianze aggravato dalla normativa attuale che prevede vincoli anche reddituali di accesso alla pensione.

Infatti, come evidenzia la Cgil le lavoratrici che andranno in pensione con il sistema contributivo (tra il 2035 e il 2040) saranno costrette ad aspettare i 73 anni di età poiché il loro reddito non supera di 2,8 volte (1280 euro) o 1,5 volte (680 euro) l’assegno sociale.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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