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Firenze, Maggio Musicale: buon successo di pubblico per il «Trittico» di Puccini

Gianni Schicchi
Una scena di «Gianni Schicchi»

FIRENZE – In un Teatro del Maggio quasi pieno ha debuttato il «Trittico» di Giacomo Puccini, che non si vedeva tutto nella stessa sera dal 1988, a Firenze: latitanza comprensibile, visto l’impegno economico che comporta allestire in contemporanea tre atti unici come «Il Tabarro», «Suor Angelica» e «Gianni Schicchi», con un numero enorme di personaggi (47, più il coro, con tanto di voci bianche per «Suor Angelica») e di ambientazione diversissima, anche se il progetto drammaturgico unitario è d’autore.

Nel complesso l’accoglienza è stata decisamente buona, anche se meno trionfale di quanto ci si potrebbe aspettare in una città in cui Puccini è sempre molto amato (ma si sa che i primi due pannelli del Trittico popolarissimi non sono mai diventati); molto applauditi Anna Maria Chiuri (ottima vivacissima Frugola, poi algida Zia Principessa, poi Zita), Angelo Villari (Luigi) Maria Josè Siri, un po’ alle corde nel finale di «Suor Angelica», ma a suo agio nei panni di Giorgettaq. Qualche isolata contestazione, immeritata, si è sentita solo all’indirizzo del regista Denis Krief, che firma anche scene, costumi e luci e che, in una produzione che si capisce non aver disposto del budget dei tempi d’oro e nemmeno di quelli d’argento, ha trovato delle soluzioni sceniche non prive di efficacia, specie per «Suor Angelica». Certo, la trasposizione in abiti moderni non giova al «Gianni Schicchi», nel quale i costumi medievali accentuerebbero l’aspetto parodico, e nel cui insieme non emergeva forse abbastanza la fiorentinità ricercata, invece, dal librettista Giovacchino Forzano; inoltre il tutto, in un teatro che mangia facilmente le voci (almeno finché il palco non sarà finalmente terminato) come il nostro, avrebbe forse dovuto essere portato un po’ più avanti, verso il proscenio (anche sulla resa delle voci erano discordanti, all’uscita, i commenti del pubblico che stava nelle aree laterali della platea e di quello che stava in galleria, cui arrivavano evidentemente meglio: speriamo nel completamento del palco). Ma, per chi non ha mai visto il Trittico nella sua interezza, rimane una bella occasione per apprezzare (anche grazie alla superba esecuzione delle masse artistiche del Maggio) la grande bellezza e modernità del Puccini di fine anni Dieci.

Tre sole repliche, domenica 17 alle 15.30 e mercoledì 20 e sabato 23 alle 20

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