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Migranti: in Bosnia campi di raccolta in condizioni disumane

BIHAC – Circa 20.000 persone sono arrivate in Bosnia quest’anno nella speranza di continuare il loro viaggio verso nord e cercare protezione in altri paesi europei. Le sempre più restrittive misure di sicurezza lungo i confini balcanici, le durissime condizioni di vita aggravate dall’inverno in arrivo e le testimonianze di violenti respingimenti dalla Croazia rendono la Bosnia uno dei nodi più difficili lungo le rotte della migrazione in Europa. E’ quanto denunciano le équipe di Medici Senza Frontiere (MSF)che forniscono cure mediche e psicologiche lungo il confine.

«Di notte, con temperature vicino allo zero, quasi 4.000 persone dormono in edifici abbandonati e ripari di fortuna intorno alle città di confine di Bihac e Velika Kladusa o nelle tende del campo di Vucjak. Il campo doveva essere una soluzione temporanea offerta dalle autorità locali per cercare di dare un riparo alle persone lasciate fuori dai campi ufficiali. Ma non risponde a nessuno standard umanitario e si trova in un’area disseminata di mine, il cui terreno è contaminato dal metano, gas altamente infiammabile. Nonostante questo, il 13 novembre le autorità hanno annunciato che il campo rimarrà così per tutto l’inverno e verrà usato per ospitare i nuovi arrivi. Il campo di Vujcak è un posto pericoloso e disumano. Nessun essere umano dovrebbe vivere così – dichiara Nihal Osman, vice coordinatore di MSF nell’area – Le persone arrivano alla nostra clinica in ciabatte, senza calze né giacche, molti di loro soffrono di infezioni respiratorie e malattie della pelle dovute alle terribili condizioni in cui vivono. Ci si spezza il cuore a vedere e curare queste persone,sapendo che a fine giornata dovranno tornare alle loro tende e dormire per terra. È inaccettabile che questo campo rimanga aperto. Dovrebbero chiuderlo ora».


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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