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Governo inasprisce pene per grandi evasori. Protesta Confindustria

Agenzia delle Entrate
Agenzia delle Entrate

ROMA – La maggioranza ha trovato l’accordo sull’inasprimento del carcere per i grandi evasori. Due emendamenti dei relatori riducono l’aumento delle pene per i comportamenti non fraudolenti, come la dichiarazione infedele e l’omessa dichiarazione, e rivedono sia la disciplina della confisca per sproporzione, prevista per i reati più gravi, sia la responsabilità amministrativa delle imprese. Gli emendamenti sono depositati e verranno votati in serata in commissione finanze alla Camera.

Obiettivo dell’emendamento, viene spiegato, è «non colpire con rigore eccessivo l’occasionale colpevole di delitti non caratterizzati da condotte fraudolente». Per quel che riguarda la confisca per sproporzione è stata limitata ai casi in cui l’evasione fiscale sia «di entità rilevante», cioè «prossima, nella maggior parte delle fattispecie, a quella di centomila euro». In ogni caso, viene precisato, la confisca per sproporzione è limitata alle persone condannate. Si parla di «sproporzione», viene aggiunto, perché la confisca riguarda «beni o altre utilità di cui il condannato non può giustificare la provenienza» e che hanno un «valore sproporzionato al proprio reddito». Per quel che riguarda la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, l’obiettivo è estenderla ad ogni ipotesi di delitto tributario, «fatti salvi i reati meno gravi, in quanto connotati dall’assenza di condotte fraudolente», cioè la dichiarazione infedele, l’omessa dichiarazione, l’omesso versamento.

Confindustria parte subito all’attacco: «Non è certamente questo proliferare di interventi penali, volti a criminalizzare il mondo dell’impresa, il modo corretto per combattere l’evasione e far crescere l’economia del Paese». Nel giorno in cui la maggioranza annuncia un accordo sull’inasprimento delle pene e delle sanzioni sui reati fiscali, a partire dal carcere per i grandi evasori, Confindustria si affida a un comunicato per schierarsi contro quello che definisce un approccio iper repressivo che criminalizza le imprese. La Confederazione generale dell’industria italiana si schiera contro la politica di contrasto all’evasione messa in campo dal governo (con il sostegno esplicito di larga parte della società civile e dei sindacati). E nella nota ribadisce la profonda preoccupazione per il continuo ampliamento della sfera penale ai fatti economici riferendosi in particolare all’emendamento al dl Fiscale che estende l’ambito applicativo del decreto 231 ai reati tributari.

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