Emendamenti alla manovra, nessun accordo della maggioranza. Passa riforma codice procedura civile
ROMA – Non c’è l’accordo nella maggioranza sugli emendamenti alla manovra. La riunione, è stata aggiornata a stamattina alle 8. Nel vertice di maggioranza a Palazzo Chigi si è discusso anche di inter parlamentare. Si confrontano due diverse linee: c’è chi propone di prendersi più tempo al Senato per risolvere tutte le questioni aperte nella legge di bilancio e poi portare il testo alla Camera per una lettura solo confermativa, senza ulteriori modifiche. Al contrario, c’è chi ritiene che non si possa privare i deputati della possibilità di cambiare il testo e dunque che si debbano garantire tre letture della legge di bilancio, con il ritorno al Senato – se serve anche tra Natale e Capodanno – per il via libera definitivo. Una soluzione anche su questo tema non sarebbe ancora emersa. Inoltre si va verso il rinvio della plastic tax. La tassa di scopo resta ma potrebbe essere rinviata la sua entrata in vigore per permettere alle aziende di adattarsi al nuovo corso. Nella notte al Mef e alla Ragioneria di Stato si lavora per cercare nuove risorse, anche per permettere limature sulla sugar tax. Non si esclude, inoltre, una ulteriore riduzione dell’imposta sulla plastica.
La Camera conferma la fiducia al governo sul dl Fisco con 310 voti a favore e 199 contrari. Nel pomeriggio di oggi, dopo le dichiarazioni di voto finali trasmesse in diretta tv, ci sarà il voto finale sul testo.Intanto il Cdm ha approvato in serata il disegno di legge delega sulla riforma del processo civile presentato dal Guardasigilli Alfonso Bonafede. “E’particolarmente significativo disegno di legge approvato per dare maggiore efficienza al processo civile. E’ un provvedimento che segna una svolta per l’accelerazione dei tempi del processo” ha sottolineato in conferenza stampa il premier Conte che rincalza: la riforma del processo civile punta ad una “garanzia di maggior efficienza, e quindi di un clima più favorevole agli investimenti e alla business community. L’obiettivo quindi è garantire un servizio della giustizia civile ancora più efficiente e di attrarre più investitori”. “Con la riforma il nostro codice di procedura civile avrà meno norme, ci saranno poche regole che valgono per tutti i processi”. Lo dice il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede in conferenza stampa a Palazzo Chigi. “Si passa da tre riti o modello (giudice di pace, monocratrico ordinario, monocratico sommario) a un solo rito per tutti i processi e “decretiamo la morte dell’atto di citazione, c’è un solo atto introduttivo che vale per un solo rito”, spiega Bonafede che aggiunge: “E’ la riforma che più interessa i nostri cittadini per quanto riguarda la giustizia”.
“Il fammi causa non deve essere più una minaccia possibile. Chi fa una causa temeraria o chi resiste in una causa non solo paga il risarcimento ma deve pagare una sanzione a favore della cassa delle ammende perché ha creato un danno anche allo Stato” sottolinea Bonafede che annuncia la digitalizzazione del processo e della notifica che non sarà più cartacea per chi ha la Pec. E sulla prescrizione il Guardasigilli si è detto certo di poter trovare un accordo.
Dopo il fallimento del vertice sulla manovra il premier getta acqua sul fuoco spiegando in conferenza stampa che il clima politico “è buono”, arriva dal leader di Italia Viva Matteo Renzi la stoccata finale: “Se si continua così, ci sta che si torna a votare: litigano su tutto! Noi non stiamo litigando. All’incontro di domenica quando hanno litigato noi non c’eravamo”. Così Matteo Renzi a Piazza Pulita dove prevede:”do il 50% di possibilità che rimanga in piedi”. “Rischiano di andare alle elezioni perché in questa fase se si continua a litigare sulle tasse, sulla sugar tax, si rischia. E una tassa sulla plastica non si può fare”. Chi romperà? “Di Maio tira la corda ma non può romperlo. Ma io ripeto: basta, non si può litigare su tutto