Mattarella: coesione, unità e identità nazionale al centro del messaggio di fine anno agli italiani
ROMA – Alcuni giornali, di solito ben informati, forniscono anticipazioni, tratte evidentemente da ambienti del Quirinale, sul contenuto del discorso che a fine anno, il 31 dicembre a reti unificate, ore 20,30, Mattarella farà, come tradizione, agli italiani. Secondo quanto riportato, sarebbero due le direttrici principali sulle quali si svilupperà il messaggio: l’identità nazionale e la necessità sempre più impellente della coesione nazionale.
Sergio Mattarella è già in queste ore al lavoro con il suo staff, sia per limare i contenuti del messaggio che per definire la scenografia nella quale collocare il discorso che il capo dello Stato dedica ai cittadini in diretta televisiva a partire dalle 20.30 la sera del 31 dicembre. Quest’anno il presidente – è una delle idee al vaglio – potrebbe apparire nelle case degli italiani non da uno dei suoi studi ma da un salone del Quirinale. Nulla è ancora deciso ma questa volta alle sue spalle potrebbe esserci anche una delle opere di arte contemporanea che dallo scorso 2 giugno arricchiscono il palazzo presidenziale.
Ma al di là degli elementi scenografici resta il massimo riserbo sui vari contenuti del discorso: un intervento che dovrebbe essere breve – rispetto ad altri di precedenti capi dello Stato – rimanendo intorno ai 15 minuti e che, piuttosto che tracciare un bilancio dell’anno che si sta chiudendo, sarebbe già proiettato al 2020, alle sfide da cogliere e superare. Un ragionamento che ruoterebbe intorno alle idee guida di «coesione nazionale» e «identità italiana». Due concetti (che approfondirà con esempi concreti, dunque non astrazioni) da rivalutare e rigenerare perché rientrano fra gli antidoti al naufragio, quando il Paese attraversa momenti difficili.
Competizione, ma al tempo stesso rispetto degli avversari e, soprattutto, delle regole che sono alla base della nostra convivenza civile. Presupposti che devono permeare il lavoro delle forze politiche di maggioranza e di opposizione che già dal mese di gennaio si troveranno ad affrontare temi, come la legge elettorale e l’attuazione della riforma che taglia i parlamentari, che con o senza referendum appartengono a tutti.
Come sempre il capo dello Stato ha anticipato la parte più politica del suo pensiero nell’intervento dedicato alle alte cariche dello Stato, svolto prima di Natale, riservandosi un approccio più intimo e colloquiale al discorso di fine anno che è invece dedicato agli italiani. Serve l’Italia che cuce e ricuce, che non si vergogna dei buoni sentimenti e che non deve mai dimenticare che l’enorme debito pubblico ipoteca il futuro dei nostri figli, disse lo scorso capodanno.
Dunque un discorso breve, volto a richiamare tutti alle proprie responsabilità per il bene del paese, ma soprattutto a spianare la strada a una difficile coesione e conciliazione nazionale.