Leonardo: il mistero della sfera del Salvator Mundi, sarebbe cava
MILANO – Il mistero di Leonardo da Vinci (1452-1519) continua ad affascinare, e questo nonostante si siano appena concluse le celebrazioni per i 500 anni della morte. Dal Corriere della Sera di oggi apprendiamo che a suscitare e interesse (e non solo nella comunità degli artistici e dei critici) e ancora una volta il Salvator Mundi (1499 circa) l’opera più cara al mondo acquistata nel 2017 da Christie’s a New York per 450, 3 milioni di dollari, ma forse anche la più misteriosa di Leonardo (forse più ancora della Gioconda): misterioso l’autore (che potrebbe anche non essere Leonardo), misterioso l’acquirente (a lungo si è pensato potesse essere un emiro saudita per poi scoprire che sarebbe stato acquisito dal Dipartimento di cultura e turismo degli Emirati Arabi Uniti di Abu Dhabi), misterioso il luogo dove sia attualmente conservato (forse un caveau, forse un panfilo).
Un articolo pubblicato sul numero del 2 gennaio della MIT Technology Review, la rivista del Massachusetts Institute of Technology, riporta l’attenzione sul Salvator Mundi grazie alla ricerca del team della University of California guidata da Marco Liang che avrebbe scoperto come la sfera di vetro che Cristo tiene nella sua mano sinistra e che rappresenterebbe la sfera celeste) non sarebbe una sfera solida ma bensì cava con un raggio di 6,8 centimetri ma uno spessore di 1,3 millimetri e che Leonardo l’avrebbe raffigurata a una distanza dal corpo del Salvator Mundi di 25 centimetri mentre il punto di vista dell’artista sarebbe stato a 90 centimetri dal soggetto. A aiutare Liang e colleghi sarebbe stata Maya, un sistema di modellazione e animazione a 3D.
Un ruolo fondamentale in questa affermazione le pieghe delle vesti del Cristo: quattro hanno una disposizione a ventaglio che converge al centro della sfera (che potrebbe far pensare a una struttura solida) mentre Leonardo ha offuscato questa parte del dipinto in cui la quinta piega entra nella sfera suggerendo che fosse ben consapevole del modo in cui una sfera cava distorce le linee rette che le passano dietro. D’altra parte, i numerosi appunti di ottica lasciati dall’artista nei suoi taccuini dimostrano l’attenzione sempre dimostrata da Leonardo ai problemi della visione (un’attenzione condivisa da molti suoi contemporanei, da Parmigianino a Jan Van Eyck). Il team di Marco Liang non è il primo a suggerire che il globo sia vuoto (già il biografo di Leonardo Walter Isaacson nel 2017 aveva formulato un’ipotesi molto simile) ma certo è che grazie a Maya i ricercatori della University of California sono i primi a dimostrare scientificamente che nella mano sinistra del Salvator Mundi c’è una rappresentazione fisicamente realistica di una sfera vuota e non più, come si credeva, solida. Ed è l’ennesimo mistero di Leonardo.