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Pensioni Macron: 350.000 manifestanti assediano Parigi, il Consiglio di Stato boccia la riforma

PARIGI – Nel 51 ° giorno del movimento contro la riforma delle pensioni, sono aumentate le proteste, dopo che il Consiglio dei Ministri, elogiato da Macron, ha dato il via al progetto di legge contestato da quasi tutte le categorie. La CGT sostiene che tra i 350.000 e i 400.000 manifestanti sono scesi in piazza a Parigi, mentre il Ministero degli Interni conta 239.000 manifestanti in tutto il paese e solo 31.000 nella capitale.

Il corteo parigino, comunque nutritissimo e combattivo, si è mosso verso Place de la Concorde, che si è riempita in poco tempo. Insegnanti, personale infermieristico, ferrovieri, ma anche impiegati del settore privato (avvocati, impiegati di Air France, industria delle costruzioni, ecc.) tutti presenti, sorvegliati da un massiccio schieramento di polizia. Altre 200 manifestazioni si sono contate in tutta la Francia, e i sindacati annunciano che c’erano 1,3 milioni di persone (239.000 secondo la polizia).

Intanto sul testo del progetto di legge si è pronunciato il Consiglio di Stato, e non è stato tenero, un altro smacco per macron e il suo Governo. Nel suo parere, pubblicato su Legifrance, inizia denunciando la mancanza di tempo per esaminare il testo, per di più voluminoso: «La volontà del governo di avere il parere (nota dell’estensore del Consiglio di Stato) entro tre settimane non lo ha messo in grado di svolgere la sua missione con la serenità e il tempo necessario alla riflessione per garantire al meglio la certezza giuridica dell’esame. Nel merito, il tribunale amministrativo si occupa di iniziare le proiezioni finanziarie che compaiono nel disegno di legge e nello studio d’impatto. Proiezioni che risultano incomplete. In alcune parti lo studio non è soddisfacente quindi spetta al governo migliorarlo ulteriormente prima che il disegno di legge venga presentato in Parlamento».

Per quanto riguarda l’impatto della riforma, il Consiglio di Stato sottolinea in particolare la mancanza di informazioni «sulla situazione individuale delle persone assicurate e dei datori di lavoro, sul tasso di occupazione degli anziani, sulle spese di assicurazione di disoccupazione e quelli relativi ai minimi sociali ». In sostanza, gran parte del contenuto delle riforme. Inoltre si osserva che il disegno di legge autorizza il governo a risolvere, attraverso 29 decreti, 40 questioni che restano in sospeso. Questioni considerate importanti dal Consiglio di Stato che cita, ad esempio, le condizioni di entrata in vigore della riforma. «Fare affidamento sui decreti per la definizione di elementi basilari del nuovo sistema pensionistico non permette di apprezzare completamente le conseguenze della riforma», suggerisce il Consiglio di Stato ai parlamentari che esamineranno il testo.

Insomma una mezza débacle per Macron e il suo Governo che ha voluto forzare la mano in spregio alle proteste popolari. Che continueranno, anzi, secondo gli annunci della Cgt, si intensificheranno. E oggi scendono di nuovo in piazza i gilet gialli.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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