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Taranto: sbarcati i 403 naufraghi dell’Ocean Viking. Tranne due , tutti in ottime condizioni

Ocean
ANSA/INGENITO

TARANTO – Hanno affrontato un ‘viaggio da incubo’, secondo il racconto dei soccorritori, i 403 migranti sbarcati oggi al porto di Taranto dalla Ocean Viking. A bordo della nave Ong di Sos Mediterranee e Medici Senza Frontiere, fa sapere la Prefettura di Taranto, c’erano anche 12 donne incinte, 132 minori non accompagnati (alcuni tra 11 e 13 anni) e 20 nuclei familiari. Provengono da Marocco, Guinea, Senegal, Burkina Faso, Kenya, Nigeria, Mali e Somalia.

Salvati nei giorni scorsi nel Mediterraneo, in cinque operazioni notturne complicate anche dalle condizioni meteomarine, molti erano stipati in barchini pieni d’acqua che sono stati più volte sul punto di ribaltarsi. Altri soffrivano di ipotermia e mal di mare e, coperti di carburante, viaggiavano a bordo di un gommone sovraffollato. Tra loro, allo sbarco, volti sorridenti ma provati dalla stanchezza e dalla tensione. Gli operatori sanitari, a quanto si è appreso, hanno rilevato due casi di tubercolosi e alcuni casi di ustioni da idrocarburi, dovute al contatto tra la benzina a bordo e l’acqua di mare, ma in generale le condizioni dei sopravvissuti sono ritenute abbastanza buone. Come al solito non ci sono emergenze sanitarie, per cui lo sbarco non era proprio indispoensabile da questo punto di vista. E non è ogni volta necessario che le navi Ong approdino in Italia, potrebbero andare nel loro paese di bandiera, visto che non ci sarebbe fretta di sbarcare.

I minori, oltre un terzo, sono destinati a comunità educative di Taranto e provincia, gli adulti trasferiti in bus all’hotspot, vi resteranno 48-72 ore per le procedure di identificazione prima di essere condotti in altri centri.

Si autoelogiano i soccorritori, equipaggio delle navi Ong: «I salvataggi sono stati difficili – ribadiscono i soccorritori – con il mare mosso, di notte. Ci sono state scene di panico ma è stato compiuto un lavoro straordinario da parte di Sos Mediterranee e Medici senza frontiere. Anche l’equipaggio è stanco, si tratta di recuperare persone in acqua che rischiano la vita. Questi migranti meritano un po’ di pace e riposo, ora potranno iniziare una nuova vita in Italia e all’estero». Speriamo soprattutto all’estero.

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