Brexit è fatta: la Gran Bretagna ha salutato l’Ue. Londra più sola
LONDRA – Da mezzanotte di oggi, primo febbraio, la Gran Bretagna ha salutato l’Ue e la Manica è tornata ad essere un confine europeo, fra il continente e l’isola. Vista da Bruxelles, e anche dall’Italia, Londra appare più sola. E’ bastato lo scoccare di un minuto a chiudere una pagina di storia durata quasi mezzo secolo, dal 1973 a oggi: quella del matrimonio, d’interesse eppure non privo di frutti, tra Londra e Bruxelles. La Brexit diventa realtà nella notte, l’Union Jack e la bandiera azzurra con le stelle europee si separano, fra i festeggiamenti colorati, ma non proprio oceanici del popolo euroscettico, le recriminazioni di gruppi ancor più sparpagliati d’irriducibili del fronte pro Remain e il rammarico di molti: nel Regno come in altri Paesi, Italia compresa.
«Stanotte lasciamo l’Ue: per molte persone è un momento di meravigliosa speranza».Così Boris Johnson, aprendo il suo discorso alla nazione nel Brexit Day, non senza ricordare tuttavia come molti altri avvertano invece un senso di ansietà e di smarrimento. E come un terzo gruppo, forse il più grande, sia soprattutto sollevato dalla fine di lotta politica sulla Brexit. Tutti sentimenti che il premier Tory afferma di comprendere, impegnando ora il suo governo a riportare il Paese insieme per andare avanti uniti.
«L’Unione Europea, nonostante tutti i suoi punti di forza e le ammirevoli qualità, è evoluta negli ultimi 50 anni verso una direzione che non si addice più al Regno Unito – ha affermato Johnson – perchè è sana e democratica la scelta del divorzio per restituire sovranità al Paese su temi quali controllo dell’immigrazione, commerci, legislazione. Una scelta che il popolo ha confermato alle urne non una, ma due volte: al referendum del 2016 e alle elezioni di dicembre».
«E’ un momento incredibile»: così Nigel Farage, leader del Brexit Party e sostenitore ante-marcia della Brexit, arringando stasera la folla riunita a Londra a Westminster Square per celebrare l’uscita del Regno Unito dall’Ue a tre anni e mezzo dal referendum del giugno 2016. «Per tutti questi anni – ha tuonato un Farage emozionato ed esaltato – l’intero establishment ha sostenuto la permanenza nell’Ue e siamo stati io e pochi altri, con l’appoggio di queste migliaia di persone, semplici attivisti, a imporre la questione Brexit sul tavolo. Siamo stati noi – ha rivendicato – a terrorizzare (l’ex premier conservatore) David Cameron fino a concederci il referendum e siamo andati avanti fino alla vittoria».