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Mattarella ricorda la strage delle Foibe, il messaggio per il 10 febbraio

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

ROMA – Anche Mattarella si accorge che non esistono solo Olocausto e Shoa, Liliana Segre e simili, ma si ricorda che ci fu anche una strage di italiani, i martiri delle Foibe, perpetrata da Tito e nascosta e dimenticata per 70 anni dalle sinistre.

«Il ‘giorno del Ricordo’, istituito con larghissima maggioranza dal Parlamento nel 2004, contribuisce a farci rivivere una pagina tragica della nostra storia recente, per molti anni ignorata, rimossa o addirittura negata: le terribili
sofferenze che gli italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia furono costretti a subire sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi. Queste terre, con i loro abitanti, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, conobbero la triste e dura sorte di passare, senza interruzioni, dalla dittatura del nazifascismo a quella del comunismo». Lo afferma in una nota il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e rendiamogli onore perché ha avuto il coraggio di evidenziare una strage che ha definito sostanzialmente comunista..
«Quest’ultima scateno’, in quelle regioni di confine, una persecuzione contro gli italiani, mascherata talvolta da
rappresaglia per le angherie fasciste, ma che si risolse in vera e propria pulizia etnica, che colpi’ in modo feroce e generalizzato una popolazione inerme e incolpevole – aggiunge -. La persecuzione, gli eccidi efferati di massa – culminati, ma non esauriti, nella cupa tragedia delle Foibe – l’esodo forzato degli italiani dell’Istria della Venezia Giulia e della Dalmazia fanno parte a pieno titolo della storia del nostro Paese e dell’Europa».

« Si tratto’ di una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuirono – per superficialita’ o per calcolo – il dovuto rilievo. Questa penosa circostanza peso’ ancor piu’ sulle spalle dei profughi che conobbero nella loro Madrepatria, accanto a grandi solidarieta’, anche comportamenti non isolati di incomprensione, indifferenza e persino di odiosa ostilita’. Si deve soprattutto alla lotta strenua degli esuli e dei loro discendenti se oggi, sia pure con lentezza e fatica, il triste capitolo delle Foibe e dell’esodo e’ uscito dal cono d’ombra ed e’ entrato a far parte della storia nazionale, accettata e condivisa – sottolinea il capo dello Stato -. Conquistando, doverosamente, la dignita’ della memoria. Esistono ancora piccole sacche di deprecabile negazionismo militante. Ma oggi il vero avversario da
battere, piu’ forte e piu’ insidioso, e’ quello dell’indifferenza, del disinteresse, della noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi. Questi ci insegnano che l’odio la vendetta, la discriminazione, a qualunque titolo esercitati, germinano solo altro odio e violenza».

Le piccole sacche di negazionismo militante a cui si riferisce Mattarella sembrano essere quei rappresentanti dell’Anpi che hanno rifiutato di partecipare alle celebrazioni, mentre il Presidente ha dimenticato di dire che la Giornata del ricordo fu istituita dal governo di centrodestra di Silvio Berlusconi e voluta fortemente dall’allora ministro Gianfranco Fini.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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