Profughi, in arrivo a centinaia dalla Nigeria attraverso i corridoi umanitari
Un servizio del quotidiano Avvenire, a cura di Paolo Lambruschi, ci illustra come sia difficile la vita nei campi profughi insediati in Africa (nella foto quello di Hamdallaye) e come la Chiesa, attraverso il sistema dei corridoi umanitari, abbia intenzione d’intervenire, in accordo col Governo giallorosso, per portarli quasi tutti in Italia.
Il bravo giornalista ci informa che il centro allestito dall’UNHCR a Hamdallaye, nel deserto, ospita 800 profughi eritrei, sudanesi e somali che attendono il ricollocamento, ovviamente in Europa, preferibilmente in Italia, aggiungiamo noi.
Hamdallaye è nato tre anni fa, strappato alle sabbie a 40 chilometri da Niamey. Capienza 1.200 posti, al momento gli ospiti sono circa 800, tutti vulnerabili per le torture subite e i relativi postumi psichici, spesso indelebili, si afferma nel servizio. Ci dovrebbero restare pochi mesi, sono stati assegnati a un Paese e attendono il ricollocamento.
60 di questi sono stati già selezionati dalla Caritas e dalla Ong Ghandi, in accordo con l’Agenzia Onu per i rifugiati, per fruire dei corridoi umanitari, finanziati dalla Cei con l’otto per mille e destinati in Italia. Gli arrivi nel nostro paese sono stati però bloccati il 25 febbraio scorso dal governo alla vigilia della partenza del gruppo, causa emergenza coronavirus. In questi giorni si sta definendo perciò con Palazzo Chigi un protocollo sanitario, che comprenda anche esami con i tamponi per il Covid-19, in modo da accelerare le partenze delle famiglie, per lo più sudanesi del Darfur, che sono in attesa nella capitale nigeriana.
Intanto a Hamdallaye nei prossimi giorni arriveranno altre 130 persone evacuate dai centri di detenzione di Tripoli nel programma dei ricollocamenti. Entro fine anno l’Italia si è impegnata ad accogliere altre 70 persone strappate ai centri libici, ma pensiamo che non sarà finita qui.
«L’obiettivo dei corridoi – afferma Oliviero Forti, responsabile immigrazione della Caritas italiana – è quello di agevolare il meccanismo di trasferimento e ricollocamento, perché poi l’Ue non partecipa ai ricollocamenti». Sottintenendo con ciò che comunque l’Italia sarà costretta a partecipare. Ong, Caritas, Chiesa, svolgono da tempo una frenetica attività – appoggiata dal governo giallorosso e con la benevola attenzione della Magistratura – per far sì che clandestini, o regolari arrivati con i corridoi umanitari, siano accolti e sostentati in Italia, diventata l’unica destinazione finale dall’Africa.
Fino a quando potrà continuare questa storia? Chiesa e sinistre sono interessati, esiste la possibilità di buoni finanziamenti, mentre i partiti che difendono gli immigrati ritengono, quasi con certezza assoluta, di poter acquisire in un prossimo futuro, i voti dei nuovi arrivati.
Ma dai sondaggi sembra che il popolo italiano, in buona maggioranza, non sia di quest’avviso. E lo farà senz’altro valere quando Mattarella si deciderà a ridare la parola al popolo sovrano, restituendo la primazia alla democrazia, come stabilirebbe la nostra Costituzione all’art 1: «La sovranità appartiene al popolo». Quella Costituzione che Benigni e Napolitano definiscono ancora la più bella del mondo, ma in particolare quando fa comodo.