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Stop al MES: Di Battista contro l’Eurogruppo, convocato per approvarlo il 16 marzo

Diba
Alessandro Di Battista ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

ROMA – Di Battista lancia la giusta battaglia contro il Meccanismo europeo di stabilità, che l’Europa dei mercanti e dei banchieri, con Von der Leyen e Germania in testa, vuole imporre, con l’accettazione supina di Conte e del Pd: «Assurdo: prima l’approvazione del Mes, poi il backstop per mettere al sicuro le grandi banche e infine, se resta tempo, l’emergenza coronavirus. Questo è l’ordine del giorno dell’Eurogruppo che si terrà lunedì. Tanto per rendere chiaro a tutti l’ordine di priorità delle cose. Non è accettabile. L’Italia deve avanzare una sola richiesta: lo stralcio della discussione sul Mes e l’inserimento, come unico punto possibile, dell’emergenza coronavirus». Così Alessandro Di Battista in un post co-firmato con Barbara Lezzi e Ignazio Corrao.

«L’Eurogruppo ha il dovere di discutere e assumere decisioni rispetto agli aiuti necessari al nostro Paese e al resto d’Europa in questo momento di emergenza. Rafforzare i sistemi sanitari, sostenere gli investimenti pubblici e privati e introdurre sistemi di indennizzi per le imprese costrette alla chiusura o che hanno perso quote significative di ricavi a causa del coronavirus. Le emergenze sono veloci, non attendono le macchinose procedure europee. È il momento di adeguare l’azione dell’Europa alle richieste dei cittadini europei», scrive l’ex deputato M5S assieme alla senatrice e all’europarlamentare. «L’ordine del giorno dell’Eurogruppo del prossimo 16 marzo 2020 è da considerarsi, da parte dell’Italia, oltraggioso. L’unica risposta possibile è, dunque, un rigetto ancor più rigido e radicale (che andava già fatto a prescindere dalla tempistica) del trattato da parte del nostro Stato, che è il terzo azionista-contributore (17.9% equivalenti a circa 16.3 miliardi di euro) di un fondo a cui potrebbe accedere solo a determinate e onerose condizioni. Senza un intervento è chiaro che spetterà al Parlamento italiano porre la parola fine a questa discussione non approvando la ratifica.»


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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