Reggello: è morta la Foffa, barista-mito del caffè davanti al comune. Il paese piange
REGGELLO – E’ morta Rodolfa Pettini, ma a Reggello e in tutta quella zona del Valdarno sul confine fra le province di Firenze e Arezzo, era semplicemente la Foffa: un mito. Cioè la signora che gestiva, da una vita, lo storico caffè davanti al Comune. Aveva 80 anni. Passati in gran parte dietro il banco di quel bar che aveva portato avanti prima insieme al fratello, Foffo, scomparso diversi anni fa, poi insieme al marito Giuliano Calcinai, già sindaco di Reggello, e al figlio Giacomo, e dove spesso compariva il nipotino Niccolò.
Instancabile, la Foffa, davanti alla macchina da caffè, in quel bar che è sempre stato un punto di riferimento fisso, irrinunciabile, della vita reggellese. D’estate con i tavolini fuori, pieni di aperitivi, caffè e cappuccini fino a notte. E d’inverno dietro i vetri appannati, che lasciavano intravedere la distesa di dolci in mostra. Il periodo più cupo fu dopo la morte di Foffo: il bar chiuse per un po’ di tempo. Sembrava fosse morto il cuore del paese. Per questo la Foffa e Giuliano non si arresero: ripartirono, nonostante l’età non più verdissima, grazie a un’eccezionale forza di volontà. «Non l’ho fatto per me, perchè avrei potuto tranquillamente ritirarmi – spiegava con orgoglio la Foffa – ma ci siamo impegnati per Reggello, per gli amici, i clienti». Ossia tutti coloro che oggi la piangono e cercano di confortare Giuliano, Giacomo e il piccolo Niccolò. Mi unisco a loro in un profondo cordoglio, con la consapevolezza che la Foffa, anche Lassù, sarà già di nuovo sorridente davanti alla macchina per fare i suoi caffè da leggenda.