Coronavirus: florovivaismo toscano al collasso. Cia: richiesta di aiuto immediato
FIRENZE – «Le imprese florovivaistiche toscane stanno rischiando il totale collasso produttivo e il fallimento economico. Imprese che domani non saranno in grado di risollevarsi. E’ necessario incentivare gli acquisti del Made in Tuscany e la costituzione di un fondo specifico per il settore florovivaistico per andare incontro alla crisi di mercato e all’invenduto». Lo sottolinea Luca Brunelli, presidente Cia Agricoltori Italiani della Toscana evidenziando in sintesi quanto è stato comunicato al premier Conte e al ministro Bellanova, attraverso l’Associazione Florovivaisti Italiani.
A rischio il futuro di oltre 3.300 aziende florovivaistiche (di cui 2.060 vivaistiche e 1.900 floricole, molte lo sono entrambi) presenti in Toscana, a causa della situazione di emergenza legata alla pandemia del Coronavirus. Un settore che vale un terzo del fatturato (900 milioni di euro) dell’agricoltura toscana.
Il periodo di maggior mercato per i prodotti del florovivaismo è la primavera. Molte aziende florovivaistiche in questo momento mantengono a caro costo grandi quantità di prodotto invenduto che è finito o finirà a breve in discarica con ulteriori nuovi oneri.
«Una situazione – aggiunge Brunelli – che sta mettendo a serio rischio la tenuta del florovivaismo toscano, a causa del mercato fermo, del completo azzeramento degli eventi, della chiusura dei mercati ambulanti rionali, ma anche e soprattutto per le numerose disdette provenienti dal mercato estero, legate alla disinformazione e a fenomeni di opportunismo e concorrenza sleale». I florovivaisti toscani chiedono una campagna di promozione ad hoc rivolta a tutti i consumatori per far capire l’importanza di consumare piante e fiori Made in Italy nelle aziende e nei garden toscani. Perdere la stagione primaverile, infatti, significherebbe dire addio al 60% circa dei ricavi annuali dell’intero sistema florovivaistico, con perdite che potrebbero arrivare addirittura al 100% per i produttori che si dedicano a produzioni esclusivamente primaverili.
«Siamo consapevoli del fatto – aggiunge la Cia Toscana – che i fiori e le piante in questo momento non sono beni di prima necessità, ma lo sono per i produttori, che hanno già investito per produrre e mettere a disposizione del mercato un prodotto di prima qualità. E’ fondamentale lavorare per consentire che il comparto possa beneficiare di moratorie su mutui, finanziamenti e pagamenti per le aziende, cassa integrazione per i lavoratori in deroga alle attuali regole, rinvio del pagamento dei contributi previdenziali e delle imposte, sostegno al reddito per i soci produttori delle cooperative; è inoltre fondamentale garantire lo sblocco dei pagamenti dei contributi per le aziende in graduatoria di PIF e PSR che hanno già sostenuto gli investimenti e, al termine del periodo di emergenza, portare avanti un’ampia campagna di sensibilizzazione della popolazione».