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Coronavirus: Iss contesta Imperial College, i contagiati in Italia non possono essere quasi 6 milioni

ROMA – L’ISS dissente profondamente dalle tesi e dai dati sostenuti in uno studio dell’Imperial College di londra, citato dal virologo Burioni, secondo il quale gli italiani contagiati sarebbero quasi 6 milioni. E osserva: «Non sono state tenute in considerazione le peculiari diffusioni del contagio nel Paese».

In un momento in cui avremmo tutti bisogno di più certezze, anche la comunità scientifica al livello più autorevole rischia di mandarci in confusione. Secondo un recente studio dell’Imperial College di Londra, una delle più prestigiose università di ricerca pubblica, si stima il valore dei possibili contagi da coronavirus su un campione di 11 stati europei, compresa l’Italia. Secondo questo studio in Italia il 9,8% della popolazione (ovvero quasi 6 milioni di 60 milioni di abitanti) sarebbe stata contagiata dal Covid-19.

Una conclusione che non viene condivisa dall’Istituto Superiore di Sanità: «Come fa ad essersi infettato il 10% della popolazione al Centro-Sud? – si è chiesto un dirigente dell’ISS, Giovanni Rezza – La realtà italiana è molto peculiare e c’è bisogno di prenderla in considerazione, fermo restando l’enorme capacità dell’Imperial College di formulare modelli tra i più affidabili al mondo. Bisogna essere molto cauti nell’approssimare la popolazione italiana già infettata dal virus – ha detto Rezza -. Pur stimando i colleghi dell’Imperial College di Londra, ritengo davvero improbabile che in Italia sia stato infettato quasi il 10% della popolazione. Facciamo qualche conto: se abbiamo poco più di 70.000 casi positivi, pur moltiplicandoli per dieci per tenere conto dei casi sfuggiti e degli asintomatici, arriveremmo a 700.000 mila. Una cifra molto diversa da quasi 6 milioni. Inoltre bisogna tener conto del fatto che la maggior parte dei casi in Italia si è verificato al Nord, in Lombardia». E in questo balletto di cifre la gente è sempre più disorientata dai vari esperti che, spesso in conflitto fra loro, ci sommergono di tesi, di previsioni e di dati che confondono i cittadini. Si dovrebbe metter fine a questa smania di protagonismo di ricercatori e professori che stanno più negli studi televisivi che nelle loro sedi a studiare soluzioni idonee.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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