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Circolare passeggiate: anche il sindaco di Messina spara a zero contro Lamorgese

ANSA/CARMELO IMBESI

MESSINA – Il sindaco di Messina, Cateno De Luca, torna ad alzare la voce. Dopo aver annunciato per sabato l’occupazione dello Stretto se entro quella data non sarà dato il via libera al censimento dei passeggeri, il primo cittadino apre un nuovo fronte di scontro. Ad accendere la miccia questa volta è la circolare inviata dal Viminale ai prefetti che chiarisce la possibilità di fare delle passeggiate con i figli minori ma solo nei pressi di casa. Una possibilità che già lo stesso governatore Nello Musumeci ha escluso, ribadendo nell’Isola il mantenimento delle restrizioni. Una presa di posizione, quella del presidente della Regione siciliana, che non impedisce al sindaco di Messina, però, di lanciare i suo attacco al Governo Conte. Con i soliti modi ‘vibranti’ che nelle lunghe settimane di emergenza hanno caratterizzato i suoi interventi.

«Con questo ennesimo strafalcione vi siete confermati dilettanti allo sbaraglio – dice – La gente deve stare a casa e i ministri la devono smettere di continuare a dare segnali balordi. Se non siete nelle condizioni di governare questa guerra dimettevi. Noi sindaci, dovendo far fronte all’emergenza che viviamo sul campo a differenza vostra che state nei palazzi dorati e non vi rendete conto delle nefandezze che approvate – tuona De Luca -, abbiamo cercato di bloccare in casa tutta la nostra gente». Una misura che secondo il sindaco si muove lungo la scia delle prescrizioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità, che ribadisce che l’antidoto più efficace per combattere la diffusione del Coronavirus è l’isolamento.

Poi il nuovo attacco al ministro dell’Interno che nei giorni scorsi lo ha denunciato per Vilipendio. «Signora ministra Lamorgese io mi attendo le sue dimissioni dopo l’ennesimo strafalcione che il suo ministero ha consumato a danno della salute degli italiani – dice -. Non ho chiesto le sue dimissioni per la denuncia di lesa maestà che ha fatto nei miei confronti, probabilmente per intimidirmi,perché ci vediamo in tribunale, ma dopo le cosiddette passeggiate autorizzate dallo Stato sono costretto oggi a chiedere fortemente le sue dimissioni».

Per De Luca, infatti, «non è ancora il momento di abbassare la guardia e questa circolare dimostra ancora una volta la totale indifferenza da parte del Viminale verso il Sud Italia. Difatti, se è pur vero che oggi il presidente della Regione Lombardia può affermare che finalmente, dopo oltre un mese di isolamento, la curva del contagio sembra invertire il suo trend, ma raccomanda pur sempre di non uscire di casa, è altrettanto evidente che al Sud ancora non si è registrato il picco del contagio e che l’unico modo per evitare di subire le stesse drammatiche esperienze che si sono registrate nel Nord Italia è di fare prezioso tesoro di ciò che è successo e stare a casa». Già lo scorso 13 marzo il sindaco di Messina aveva disposto la chiusura di ville, parchi e giardini pubblici e il 18 marzo con un’altra ordinanza aveva vietato le passeggiate e l’attività sportiva.

Con toni meno polemici anche l’Anci regionale, per bocca del sindaco Leoluca Orlando, si schiera contro la circolare. «Siamo assolutamente contrari che si applichi anche in Sicilia la circolare del Viminale riguardante la possibilita’ che un genitore possa accompagnare i propri figli anche per una passeggiata di pochi minuti. Malgrado il provvedimento chiarisca che nulla e’ cambiato sui divieti di assembramento e sugli spostamenti, riteniamo sia indispensabile mantenere il divieto assoluto per spostamenti che non siano per motivi di salute, per lavoro o per estrema necessita’ e sia di vitale importanza arginare prima possibile un nemico insidioso come il covid-19». Cosi’ Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia. «Siamo consapevoli – continua Orlando – che ci viene chiesto un ulteriore sacrificio, almeno fino al 13 aprile, come ha confermato stamattina il ministro della salute, Roberto Speranza, ma e’assolutamente necessario che si applichino le piu’ restrittive disposizioni vigenti nella nostra Regione che mirano ad evitare l’aggravarsi della attuale emergenza che potrebbe degenerare con conseguenze incalcolabili come purtroppo si e’ verificato in altre aree del Paese e in alcune zone della nostra Regione».


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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