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Coronavirus: i nostri nonni, una generazione che scompare. Un omaggio commosso sui social

Anziani Coniugi
Anziani coniugi

I morti da coronavirus in Italia hanno superato oggi la quota delle 21.000 unità, e ancora non si intravede l’uscita da questo tunnel che ci costringe alla quarantena in casa e ha fatto strage soprattutto fra gli ultrottantenni e nelle case di riposo. Le immagini dei convogli militari che hanno portato via le bare dal cimitero di Bergamo, che non era più in grado di accogliere le salme, per portarle in altre città dove sarebbero state cremate hanno fatto il giro del mondo e hanno commosso tutti.

Secondo l’analisi dell’Istituto Superiore di Sanità le persone più fragili, meno resistenti all’attacco del virus, sono nella fascia da 80 a oltre 90 anni d’età, e in questa fascia si registrano all’incirca un 50% dei decessi totali, vale a dire circa 10.000 persone, morte dall’inizio della pandemia.

Ai nostri nonni, alla generazione che ha fatto crescere l’Italia e che sta scomparendo in un breve lasso di tempo, è stato dedicato questo commovente e affettuoso pensiero che circola su WhatsApp e su Facebook:

«Se ne vanno.
Mesti, silenziosi, come magari è stata umile e silenziosa la loro vita, fatta di lavoro, di sacrifici. Se ne va una generazione, quella che ha visto la guerra, ne ha sentito l’odore e le privazioni, tra la fuga in un rifugio antiaereo e la bramosa ricerca di qualcosa per sfamarsi. Se ne vanno mani indurite dai calli, visi segnati da rughe profonde, memorie di giornate passate sotto il sole cocente o il freddo pungente. Mani che hanno spostato macerie, impastato cemento, piegato ferro, in canottiera e cappello di carta di giornale. Se ne vanno quelli della Lambretta, della Fiat 500 o 600, dei primi frigoriferi, della televisione in bianco e nero. Ci lasciano, avvolti in un lenzuolo, come Cristo nel sudario, quelli del boom economico che con il sudore hanno ricostruito questa nostra nazione, regalandoci quel benessere di cui abbiamo impunemente approfittato. Se ne va l’esperienza, la comprensione, la pazienza, la resilienza, il rispetto, pregi oramai dimenticati. Se ne vanno senza una carezza, senza che nessuno gli stringesse la mano, senza neanche un ultimo bacio. Se ne vanno i nonni, memoria storica del nostro Paese, patrimonio della intera umanità. L’Italia intera deve dirvi GRAZIE e accompagnarvi in quest’ultimo viaggio con 60 milioni di carezze…»

Ecco il messaggio che ci è pervenuto dall’autore del testo: «Potete vedere il testo integrale del brano sul mio profilo Facebook con tanto di nome e cognome che potete aggiungere all’articolo. Grazie e buona giornata. Fulvio Marcellitti»

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