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Migranti e libertà di culto: il ministro Lamorgese si confida con Avvenire, giornale cattolico

ROMA – In un lungo colloquio – intervista col giornale cattolico Avvenire il ministro Luciana Lamorgese parla di molti temi di attualità, ma soprattutto di due che interessano il mondo cattolico, la celebrazione di messe e funerali e i provvedimenti a favore dell’accoglienza dei migranti.

Procediamo con ordine, prima ovviamente la libertà di culto. «Non è umanamente sopportabile impedire le celebrazioni dei funerali alle tantissime famiglie colpite da lutti. Il tema dell’esercizio della libertà di culto, cattolico e di altre confessioni religiose, è stato alla mia attenzione fin dall’insorgere dell’emergenza coronavirus».

Funzioni religiose. «I continui e proficui contatti con la Conferenza episcopale italiana ci hanno permesso di tracciare le prime indicazioni per lo svolgimento in sicurezza delle funzioni religiose, seppure senza la presenza dei fedeli a causa della grave situazione epidemiologica. Adesso però, in considerazione di un quadro sanitario in parziale miglioramento, sono allo studio del governo nuove misure per consentire il più ampio esercizio della libertà di culto».

Funerali. Cadrà il divieto di celebrare i funerali? «Proporrò al governo, in vista della fase di graduale riapertura, di compiere un passo concreto: dobbiamo poter tornare a celebrare i funerali, seppure alla presenza soltanto degli stretti congiunti, seguendo le modalità che l’Autorità Ecclesiastica riterrà di applicare nel rispetto delle misure di distanziamento fisico dei partecipanti».

Quindi il controverso tema dell’accoglienza e della possibile regolarizzazione degli immigrati irregolari, come chiede la ministra Bellanova. «II tema è all’attenzione del governo. Si tratta di far emergere dall’irregolarità tanti lavoratori italiani e stranieri che spesso sono impiegati in contesti di grave precarietà sociale e sanitaria, soprattutto con riferimento ai settori dell’agricoltura, dell’allevamento e della pesca. In tal modo, si auspica di poter far fronte alla domanda di manodopera in quei comparti, come sollecitato anche dalle associazioni imprenditoriali».

Estenderete la regolarizzazione ad altri settori lavorativi, a partire da colf e badanti, come da più parti viene chiesto? «L’operazione d’emersione nei settori che ho citato è un primo passo. Ciò non toglie che possa essere presa in considerazione, anche dal Parlamento, l’emersione in altri settori, come quello del lavoro domestico. La proroga dei permessi di soggiorno in scadenza, decisa fino a giugno, potrebbe essere estesa nella previsione di un graduale ritorno alla normalità».

E, ovviamente, porte aperte ai richiedenti asilo o presunti tali. «Prima dell’emergenza, il governo lavorava a modifiche dei decreti sicurezza. La fase emergenziale non ha consentito di provvedere a una modifica della normativa sui permessi umanitari che, comunque, rimane nell’agenda del governo. In ogni caso, abbiamo previsto la possibilità di proseguire l’accoglienza nelle strutture dedicate anche per i richiedenti asilo che si sono visti respingere la domanda e per i titolari di protezione umanitaria che non ne hanno più titolo. La continuità dei servizi è stata garantita dal Viminale dall’autunno scorso e poi ribadita nell’emergenza coronavirus».

Flussi migratori «L’emergenza coronavirus ci impone di assicurare condizioni di sicurezza e di distanziamento per tutti. E, dunque, anche per i migranti che approdano sulle nostre coste. In quest’ottica, siamo stati costretti a individuare nuove strutture alloggiative».

Migranti irregolari, sbarchi . «In queste settimane di grandi difficoltà per le strutture sanitarie del Paese, il governo non ha fatto mancare l’assistenza umanitaria a tutti i migranti approdati in Italia, nello spirito di solidarietà già mostrato in altre occasioni. E nel caso dei migranti trasbordati dalla nave tedesca Alan Kurdi, sono in corso contatti con il ministro dell’Interno tedesco Seehofer che ha già mostrato concreta disponibilità al loro ricollocamento, al termine del periodo di quarantena.

Rapporti con la Ue. Il Viminale non ha mai smesso di tessere la tela dei rapporti coi ministri dell’Interno degli altri Stati membri. Certo, l’emergenza sanitaria ha influito molto sulle decisioni adottate dai governi, ma proprio in questi giorni è andata a buon fine la lettera indirizzata alla commissione Ue dai ministri di Germania, Francia, Spagna e Italia. Quattro Paesi chiave dell’Ue che, in un momento in cui l’Unione è nel pieno dell’emergenza sanitaria, hanno sentito la necessità di rivolgersi alla Commissione che sta per formulare la sua proposta sulla riforma del sistema di asilo. Per noi, è importantissimo che la lettera metta in evidenza la peculiarità delle frontiere marittime e la necessità che la ricollocazione dei richiedenti asilo salvati in mare avvenga a carico di tutti i Paesi Ue e non soltanto dei soliti volenterosi».


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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